Giustizia / Il caso

Tateo e Mereu: prima udienza davanti al giudice. Otto sanitari, la mamma di Sara Pedri, Apss e Fenalt parte civile

Se da una parte il procedimento penale rimane ancora aperto, dall'altra invece a settembre scorso con la sentenza del giudice Giorgio Flaim, era stato chiuso un primo capitolo sul fronte della causa di lavoro. Nel dispositivo era stato ritenuto illegittimo il licenziamento di Tateo con tanto di condanna nei confronti dell'Azienda sanitaria al pagamento delle retribuzioni non percepite.Il prossimo step sarà l'udienza di dicembre per definire il quantum

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TRENTO. Udienza preliminare davanti al giudice Marco Tamburrino per il proseguo in sede penale del caso di Saverio Tateo (foto d'archivio, ndr), l'ex primario del reparto di ginecologia e ostetricia dell'ospedale Santa Chiara di Trento sotto accusa, insieme alla sua ex collaboratrice Liliana Mereu, per presunti maltrattamenti in concorso e in continuazione.

L'Azienda provinciale per i servizi sanitari, rappresentata dall'avvocatura di Stato, si costituirà parte civile, e cioè come soggetto danneggiato, per chiedere i danni di immagine e del reparto, ai fini dell'organizzazione. Si sono costituti parte civile anche otto sanitari, la mamma di Sara Pedri - come curatrice speciale della persona scomparsa e il sindacato Fenalt.

Se da una parte il procedimento penale rimane ancora aperto, dall'altra invece a settembre scorso con la sentenza del giudice Giorgio Flaim, era stato chiuso un primo capitolo sul fronte della causa di lavoro. Nel dispositivo era stato ritenuto illegittimo il licenziamento di Tateo con tanto di condanna nei confronti dell'Azienda sanitaria al pagamento delle retribuzioni non percepite.

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La giovane ginecologa è scomparsa lo scorso 4 marzo 2021. Da allora molte cose sono successe. Ma di lei, ancora nessuna traccia.

Il prossimo step sarà l'udienza di dicembre per definire il quantum. Dal canto suo il legale dell'ex primario, l'avvocato Vincenzo Ferrante, si interroga sul perché «l'Azienda sanitaria non faccia ciò che giudice ha disposto».

Nel frattempo resta aperta anche la strada dell'impugnazione in Appello da parte dell'Apss, una scelta che spetterà soltanto all'ente pubblico in questione. Ancora però non è stata definita la cifra del risarcimento che spetterebbe a Tateo secondo quanto stabilito dal giudice. L'avvocatura dello Stato ha quindi depositato il calcolo sulla base di un'indennità di 24 mensilità, somma utile ai fini del tfr. Cifra ben diversa da quella depositata e calcolata dalla difesa dell'ex primario che avrebbe chiesto invece di ottenere sulle 24 mensilità la retribuzione "integrale". Quindi più alta. I fatti.

La vicenda, già nota alle cronache, aveva avuto inizio nel 2021 con la tragica storia di Sara Pedri, la giovane ginecologa di Forlì, di soli 31 anni all'epoca, che aveva fatto perdere le sue tracce a partire dal 4 marzo del 2021, subito dopo aver rassegnato le dimissioni dal reparto dell'ospedale Santa Chiara.Una dramma mai risolto, visto che il corpo non è mai stato ritrovato nonostante le ricerche ininterrotte da quel giorno, in particolare nel lago di Santa Giustina in Val di Non, zona dove era stata trovata la sua auto. Questo era stato il punto di partenza da cui le indagini avevano preso il via. La vicenda aveva preso poi una piega giudiziaria, approdando al tribunale di Trento.

L'11 giugno 2021 la procura decide di aprire un fascicolo. Pochi giorni dopo iniziano le audizioni della Commissione interna dell'Apss e a inizio luglio arrivano gli ispettori mandati dal ministero. Il licenziamento di Tateo arriva a novembre dello stesso anno. A fine ottobre Tateo e Mereu vengono iscritti nel registro degli indagati.

La procura, dopo la chiusura delle indagini, aveva quindi contestato ai due medici in questione una condotta vessatoria nei confronti di chi lavorava nel reparto. Tante anche le testimonianze raccolte tra i sanitari, che erano stati ascoltati, che avrebbero riportato episodi di ingiurie, minacce di sanzioni disciplinari, atteggiamenti inquisitori, condotte vessatorie non motivate da errori professionali, ma da risentimento. Accuse che l'ex primario e Mereu hanno sempre respinto, e dalle quali si difenderanno nell'opportuna sede di giudizio.

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