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Transizione ecologica e sanità in Trentino: i sindacati richiamano la Provincia sui nodi del Pnrr

Cgil Cisl e Uil chiedono un confronto con la giunta in merito alle modifiche (e riduzioni) apportate dal governo nazionale al Piano nazionale di ripresa e resilienza

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TRENTO. I sindacati Cgil Cisl e Uil chiedono un confronto con la giunta provinciale di Trento in merito alle modifiche apportate dal governo nazionale al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Per questo motivo hanno scritto al presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, per sollecitare la convocazione del tavolo provinciale prima dell'avvio della campagna elettorale.

"Sul Pnrr si gioca una partita cruciale anche per la nostra comunità. Comprendere se e come verranno modificati i progetti, se verranno confermati gli investimenti programmati è fondamentale", sottolineano i segretari provinciali Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti, i quali chiedono di investire maggiormente in progetti legati alla transizione ecologica e alla sanità, con un "rafforzamento della sanità pubblica".

"Rinunciare a pianificare oggi investimenti importanti in questa direzione vuol dire condannare alla solitudine migliaia di famiglie trentine per le quali nei prossimi anni esploderanno i bisogni di assistenza e cura. Già l'inflazione sta di fatto riducendo in valore reale gli stanziamenti nazionali nella prevenzione e nella cura per milioni di cittadini in Italia con il rischio di una vera emergenza sociale", concludono i sindacalisti.

Sullo sfondo delle polemiche nazionali sul Pnrr ci sono anche le scelte del governo Meloni, che ha tolto dal piano finanziato dalla Ue numerosi progetti previsti a livello comunale: l'alalrme dei sindaci è forte, ma l'esecutivo di destra promette che troverà altrove i finanziamenti. Le opere implicate riguardano direttamente sia la vivibilità urbana sia, appunto, iniziative di mitigazione dell'impatto sul processo di surriscaldamento climatico.

“Fin dall’inizio - spiegano - abbiamo sostenuto l’importanza di dirottare parte dei finanziamenti del Pnrr su progetti legati alla transizione ecologica per mettere il nostro territorio e il nostro tessuto economico nelle condizioni di gestire questa fondamentale sfida. La giunta Fugatti ha fatto scelte diverse, ma anche alla luce del cambiamento climatico evidente in queste ultime due estati sui nostri territori, sarebbe opportuno ragionare su progetti di salvaguardia, ripristino e tutela del nostro fragile ambiente e sulla conversione verde della nostra economia”.

Accanto al tema ambientale,come detto, quello della sanità: “La questione salute è centrale per la nostra comunità e dall’attuazione delle missioni 5 e 6 può partire un significativo rafforzamento della sanità pubblica”, insistono i sindacati per i quali l’investimento in sociale e sanità è una scelta obbligata dall’invecchiamento della popolazione e dall’aumento della richiesta di cura e presa in carico.

“Rinunciare a pianificare oggi investimenti importanti in questa direzione vuol dire condannare alla solitudine migliaia di famiglie trentine per le quali nei prossimi anni esploderanno i bisogni di assistenza e cura. Già l’inflazione sta di fatto riducendo in valore reale gli stanziamenti nazionali nella prevenzione e nella cura per milioni di cittadini in Italia con il rischio di una vera emergenza sociale”.

Per i sindacati in Trentino questo non deve accadere, anzi bisogna favorire l’integrazione tra sociale e sanitario. “Sappiamo però che anche in provincia bisogna con urgenza intervenire su un sistema sanitario pubblico già in forte difficoltà e che comunque è reso complesso, in termini di accesso alle cure, ma anche di disponibilità del servizio, anche dalle caratteristiche orografiche del nostro territorio. Per questa ragione ribadiamo l’urgenza di aprire in tempi brevissimi il confronto, a partire da un approfondimento sui capitoli specifici dell’assistenza sociale e sanitaria”, concludono Grosselli, Bezzi e Alotti.

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