Trento / Grandi opere

Ferrovia, il Comune chiede nuove analisi sui terreni inquinati tra ex Carbochimica ed ex Sloi

Palazzo Geremia rivolge a Rfi e a Italferr una nuova domanda, nel segno della trasparenza, alla vigilia dell’avvio del mega cantiere che bucherà la Marzola e proseguirà circa tre anni

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di Chiara Zomer

TRENTO. Operazione trasparenza. Questo chiede il Comune di Trento a Rfi e Italferr: alla vigilia dell’avvio del mega cantiere, che bucherà la Marzola e accompagnerà i trentini per tre anni, serve trasparenza. Più di quella avuta fin qui.

Ed è per questo che il Comune ha preso metaforicamente carta e penna per scrivere all’indirizzo di Italferr e Rfi. E per chiedere due cose: che vengano resi noti i risultati delle analisi effettuate nei mesi scorsi, quello che Rfi chiama Cantiere pilota, per capirsi, anche se non corrispondono a quanto deliberato dal consiglio comunale.

E poi che dalle ferrovie si cominci a preparare un piano di ulteriori accertamenti sul livello di inquinamento tra ex Carbochimica ed ex Sloi. Perché i due milioni di finanziamento dello Stato ci sono, e quindi vale la pena farli fruttare con una campagna che però andrà illustrata alla popolazione.

A cosa porteranno queste richieste non è ancora possibile dirlo. Certa sembra una cosa: palazzo Geremia non vuole più essere schiacciato tra le esigenze di informazione della popolazione - che comprensibilmente chiede di avere dettagli su tematiche estremamente complesse - e, dall’altra, il modus operandi di Rfi, che entro i limiti di legge non considera evidentemente prioritario l’aspetto di trasparenza nei confronti delle comunità.

In questo senso la vicenda delle lettere inviate nel fine settimana ai 300 proprietari delle pertinenze condominiali interessate a esproprio o occupazione temporanea sembra sia stato un punto di non ritorno.

Entrando nel merito delle richieste, comunque, entrambe riguardano i terreni inquinati di Trento nord, dove il miracolo economico di ex Sloi e Carbochimica ha lasciato in dote ai posteri un terreno denso di sostanze poco piacevoli, tra cui (all’ex Sloi) piombo tetraetile. Terreni inquinati e inquinati male, insomma, su cui già passa ora la ferrovia e su cui insisterà il raddoppio dei binari per il bypass. Ovviamente Rfi ha effettuato delle analisi su quei terreni, di cui tuttavia si conosce poco o nulla. Rfi si è limitata ad annunciare che «i risultati acquisiti rassicurano sull’adeguatezza dell’impostazione della circonvallazione ferroviaria». Stop.

Che sia andata sotto i binari e che sia arrivata a meno 16 metri lo sappiamo perché lo ha riferito l’assessore all’ambiente e alla mobilità Ezio Facchin.

Insomma, sul tema più delicato del megaprogetto di bypass, quelli dei terreni inquinati, è nebbia fitta. E l’amministrazione Ianeselli ha deciso che adesso è ora di fare chiarezza e questo chiede a Rfi. Poi c’è la questione delle nuove analisi. E qui il tema è quello del finanziamento di due milioni, assicurato dal governo in Finanziaria, allo scopo proprio di sondare il terreno tra Sloi e Carbochimica.

Sul punto si sono già pronunciati in tanti, chiedendo di organizzare subito una campagna di sondaggi: la circoscrizione Centro, i comitati, anche dal consiglio provinciale è stata fatta la settimana scorsa la richiesta alla giunta Fugatti, perché ci si assicuri che queste analisi vengano effettuate.

Ora il Comune chiede a Rfi di prevedere una campagna integrativa di sondaggi, così da capire, nelle more dell’arrivo dei finanziamenti, quale sia effettivamente la situazione per tutelare la salute pubblica e per gestire meglio le future fasi di cantiere, sempre dal punto di vista della salute pubblica.

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