Trento / Il caso

Il dirigente rimosso dopo il no al mega concerto di Vasco Rossi: il giudice invita la Provincia a trovare un accordo

Marzio Maccani, ex numero uno del servizio polizia amministrativa, era stato revocato dall'incarico dopo aver dato parere negativo, nella primavera scorsa, sull'idoneità dell'area San Vincenzo a ospitare i 120 mila spettatori. Ora dal giudice l'invito a piazza Dante affinché valuti una proposta conciliativa con il proprio dipendente

IL FATTO Rimosso per i dubbi sulla sicurezza dell’area
SCONTRO Maccani reintegrato dal giudice, ma non dalla Provincia
INTERROGAZIONE "Quanto sono lievitati i costi per Vasco?"

TRENTO. Due settimane di tempo per trovare un accordo fra le parti. L’invito, con una scadenza temporale, è stato rivolto l'altroieri, martedì 8 novembre, dal giudice Giorgio Flaim alla Provincia affinché valuti una proposta conciliativa con Marzio Maccani, il dirigente revocato dall’incarico, poi reintegrato (ma solo un mese dopo l’ordinanza del tribunale) e subito trasferito.

La vicenda ha avuto ampia eco, sia per il significato politico della decisione presa dalla giunta provinciale di spostare Maccani dalla guida del Servizio di polizia amministrativa, sia per i procedimenti giudiziari che ne sono scaturiti.

È stata depositata lunedì l’ordinanza che dichiara inammissibile il reclamo della Provincia in merito all’ordinanza del 22 agosto per il reintegro di Maccani alla polizia amministrativa.

Martedì, Marzio Maccani, accompagnato dall’avvocato Lorenzo Eccher, era in aula per ben tre udienze davanti al giudice del lavoro Flaim: udienza di merito del primo ricorso, sul reintegro; udienza per la messa in esecuzione dell’ordinanza di reintegro (l’ordinanza era del 22 agosto e la delibera è stata firmata il 23 settembre); e la prima udienza cautelare del secondo ricorso, ossia contro il trasferimento che era avvenuto praticamente lo stesso giorno del reintegro (il 23 settembre).

Tutto rinviato al 24 novembre, con l’invito del giudice a definire il contenzioso con un accordo.

Prove di dialogo fra due parti che, al momento, rimangono salde alle loro posizioni. Maccani, dirigente della polizia amministrativa dal 3 luglio 2020 con incarico fino a luglio 2025, era stato trasferito nel giugno scorso al Dipartimento artigianato, commercio, promozione, sport e turismo, come supporto alla dirigenza e con stipendio decurtato: non era piaciuto alla Provincia il suo parere negativo all’idoneità dell’area di San Vincenzo ad ospitare il concerto di Vasco Rossi con 120mila spettatori. È del 22 agosto l’ordinanza del giudice, ma il reintegro è avvenuto solo un mese dopo con delibera 1707, a cui è seguita la numero 1708 per l’immediato trasferimento al Dipartimento istruzione e cultura, come dirigente dell’unità di missione semplice di supporto al coordinamento delle attività amministrative e giuridiche.

«Il mio lavoro è sempre stato riconosciuto da tutti. Ho fiducia nella giustizia», è il commento di Marzio Maccani.

Come detto, lunedì era arrivato un altro punto a favore di Maccani: l'ordinanza collegiale che dichiara inammissibile il reclamo della Provincia in merito all'ordinanza del 22 agosto scorso con la quale il giudice del lavoro Giorgio Flaim aveva intimato la Provincia di reintegrare Maccani al Servizio di polizia amministrativa che dirigeva dal 3 luglio 2020, con incarico fino a luglio 2025.

Maccani il 31 maggio scorso ricevette la comunicazione di revoca dall'incarico a firma del dirigente generale del Dipartimento organizzazione, personale e affari generali, per andare a ricoprire un altro ruolo: supporto alla dirigenza presso il Dipartimento artigianato, commercio, promozione, sport e turismo.

Nel frattempo - e nel giro di poche ore, con delibere 1707 e 1708 del 23 settembre 2022 - Maccani è stato reintegrato e ritrasferito, questa volta al Dipartimento istruzione e cultura, come dirigente dell'unità di missione semplice di supporto al coordinamento delle attività amministrative e giuridiche.

Lunedì, dunque, è arrivata l'ordinanza del tribunale di Trento, sezione contenzioso in materia di lavoro, con la condanna della Provincia a rifondere le spese di giudizio pari a 5.535 euro e ad un ulteriore importo a titolo di contributo unificato.

Il reclamo contro l'ordinanza di reintegro era stato presentato, fra i vari punti sollevati, anche per violazioni del codice di comportamento: sosteneva la Provincia che la revoca dell'incarico dirigenziale non era stata disposta per il parere in merito alla sicurezza, ma per il fatto che «sono risultate inadeguate le modalità con le quali il Maccani ha curato quelle stesse esigenze nel rapporto di collaborazione con le altre strutture provinciali».

Maccani si è costituito in giudizio, evidenziando fra l'altro di non aver mai leso l'immagine e il prestigio dell'amministrazione provinciale. Nel provvedimento del collegio - presidente ed estensore Giuseppina Passarelli - viene ricordato che la giunta provinciale ha dato esecuzione con una prima delibera (numero 1707) all'ordinanza cautelare «che è stata superata da un autonomo provvedimento, determinandosi un nuovo assetto del rapporto controverso».

Infatti con la seconda delibera (numero 1708) è stato attribuito a Maccani un altro incarico, dunque revocandolo nuovamente da dirigente di polizia amministrativa, in base - come sostenuto dalla Provincia - del Piano nazionale anticorruzione e del Piano triennale anticorruzione previsto a livello provinciale, che prevede una rotazione ordinaria dei dirigenti e dei direttori nel quinquennio 2021-2026.

Il tribunale ha dunque dichiarato inammissibile il ricorso per sopravvenuta carenza di interesse della parte reclamante: le delibere della Provincia successive all'ordinanza di reintegro hanno cambiato le carte in tavola creando un nuovo scenario.

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