Case popolari / Le graduatorie

Itea, adesso arrivano prima gli italiani: è l'effetto del nuovo regolamento nelle prime 100 posizioni

Cambiano le assegnazioni malgrado la bocciatura giudiziaria del criterio dei dieci anni minimi di residenza (la norma provinciale fu definitivamente cassata dal Tribunale un anno fa). A fare la differenza sono ancora gli anni di residenza, ma si tratta di come vengono declinati nelle regole di attribuzione degli alloggi. L'assessora Stefania Segnana: «Serviva un riequilibrio»

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TRENTO. Nel Trentino a trazione leghista arrivano prima gli italiani? Per quel che riguarda Itea, per lo meno, parrebbe proprio di sì. Ma non è tanto questione di italiani, quanto di pedigree italico: con il nuovo regolamento per l'assegnazione degli alloggi di edilizia popolare, le graduatorie sono cambiate, e di parecchio: nelle prime 100 posizioni - le uniche che hanno qualche speranza di avere un alloggio - la percentuale di persone originarie di Paesi stranieri si è decisamente ridotta, soprattutto a Rovereto e Trento, dove in alcuni casi si è proprio ribaltata la forbice, tra italiani e originari di altri Paesi.

Questo emerge dalla risposta ad un'interrogazione del consigliere Moranduzzo. ll motivo? Non c'entra la questione - che pur aveva fatto discutere - dei 10 anni di residenza, cassati in via giudiziaria. A fare la differenza è il regolamento che cambia i criteri d'assegnazione evitando, questa la lettura in Provincia, storture che prima si potevano verificare con più facilità.

Soddisfatta l'assessora Stefania Segnana: «Serviva un riequilibrio». C'entra la residenza, è ovvio. Declinata in modo diverso da quanto immaginato in origine: una parte di punteggio è direttamente proporzionale al numero di anni di residenza in provincia. Ma gli altri due aspetti su cui si è operato sono la presenza o meno di figli disabili o di anziani a carico. Due aspetti che, secondo i criteri previsti tradizionalmente si prestavano, a parere della giunta provinciale, a storture che finivano per penalizzare la popolazione autoctona.

Cosa è cambiato? Intanto, tutti i criteri vengono valutati prendendo in considerazione non il nucleo, ma il richiedente. Per esempio, per quanto riguarda la residenza (che garantisce 1 punto per ogni anno di residenza in Trentino, fino a 25 e 0,5 punti per ogni anno di presenza nel Comune o nella Comunità in cui si fa domanda di alloggio, fino a 10 punti) ora si attribuisce il punteggio sulla base delle condizioni del richiedente.

Prima si ragionava sul componente in condizioni più favorevoli. Facendo un esempio: prima un veneto - o un romagnolo, o un tunisino, o un tedesco - poteva fare domanda dichiarando che in caso di ottenimento dell'alloggio sarebbe andato a vivere assieme ad un fratello, che in Trentino vive da 20 anni. Cosa che, contestano in piazza Dante, poi magari nemmeno accadeva, tanto le verifiche richiedono troppo tempo. Ma il punteggio di inserimento in graduatoria, alla voce residenza, sarebbe stato massimo.

Ecco che quindi qualsiasi regola sulla residenza era potenzialmente bypassabile. Lo stesso dicasi per quanto riguarda i minori e i disabili: ora il punteggio (15 per i minori, 0,5 punti per ogni punto di invalidità in caso di disabili) è legato al nucleo familiare. Prima bastava dichiarare che un soggetto disabile avrebbe vissuto in quell'alloggio, per avere il massimo del punteggio. Ora i minori devono essere figli del richiedente, o devono essere persone di cui è tutore o amministratore di sostegno. Insomma, ne deve essere legalmente responsabile. In caso contrario - il figlio di un familiare che al momento della richiesta non vive con il richiedente, ad esempio - i minori non garantiscono punteggio.

Quanto ai disabili e agli anziani, il principio è il medesimo: quelli che non sono figli del richiedente o di cui il richiedente non è tutore legale, hanno un punteggio inferiore (0,2 punto ad ogni punto di invalidità, anziché 0,5). Infine, la misura anti spopolamento - sono premiati i cittadini che accettano di spostarsi dalla città verso le aree meno popolose - e i tre nuovi criteri: 10 punti ai single under 35, 10 punti alle giovani coppie, 10 punti ai divorziati che debbano pagare gli alimenti per i figli. Il risultato di tutto questo è, come detto, un rimescolamento dei risultati. Nel 2021, il primo anno in cui i nuovi criteri sono stati utilizzati, il risultato è netto.

In Vallagarina, per dare l'idea, con il vecchio regolamento nelle prime posizioni si sarebbero trovati il 52% italiani e il 48% di cittadini originari da paesi esteri, e l'anno prima il dato era 48 (di origine straniera) a 52. Ora, con i nuovi criteri, la forbice esplode: i nati in italia sono 58 su 100. Pure più evidente il dato sul territorio di Trento: nel 2021 60 erano i nati fuori Italia al vertice della graduatoria, 40 gli italiani dalla nascita. Adesso invece la situazione è ribaltata: 45 i cittadini di origine straniera, 55 quelli nati in Italia.

Fossero state valutate con questi criteri le domande presentate nel 2020, i nati in Italia sarebbero stati 63. Una dinamica che si vede simile anche per quanto riguarda il contributo integrativo all'affitto: in Vallagarina nel 2021 nelle prime 100 posizioni sarebbero stati 60 i nati in Italia, cresciuti però a 68 con i nuovi criteri.

A Trento, ancora una volta, la dinamica è più spinta: nel 2021 sarebbero stati il 52% i cittadini di origine straniera al vertice, con i nuovi criteri sono solo il 37%.

In piazza Dante sventolano questo risultato come dimostrazione di coerenza: non sono riusciti a far passare il criterio dei 10 anni di residenza, ma sono riusciti a riequilibrare la composizione delle graduatorie a beneficio di chi è nato all'ombra del Bondone, o al massimo del Brenta.

«Ci si lamentava, negli anni precedenti, che le graduatorie fossero sbilanciate verso nuclei famigliari di origine straniera. Abbiamo evitato che per accedere alle graduatorie si inserissero minori non inseriti nel nucleo famigliare e abbiamo riequilibrato, dando allo steso tempo la possibilità di accesso a categorie prima di fatto escluse. Siamo soddisfatti».

Insomma, quel prima gli italiani che resta stella polare dell'azione amministrativa della giunta a trazione leghista, all'atto pratico. Anche se un tema resta inevaso sul tavolo: avere un alloggio popolare è ancora più o meno come vincere alla lotteria.

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