Economia / La crisi

L'allarme dei panificatori trentini: «Aumenti fino al triplo, non ci stiamo più dentro»

Nel corso dell'assemblea associativa proposto un “manifesto” trentino per l’arte bianca. Il presidente Bonafini: «Per uscire dalla crisi occorre una nuova visione di sviluppo». L'assessore Failoni: «Dopo il Covid, la guerra. Siamo veramente in un momento drammatico»

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INTERVISTA «Inutile fare scorte. Poi che ci fate con 5 kg chili di farina?»

TRENTO. I rincari esorbitanti di materie prime ed energia stanno mettendo a dura prova la sostenibilità economica di molte aziende del settore: per richiedere interventi concreti a tutela del patrimonio culturale ed imprenditoriale territoriale rappresentato dal mondo della panificazione trentina, l’Associazione ha presentato nei giorni scorsi “Forni spenti?” una campagna di mobilitazione e sensibilizzazione rivolta all’opinione pubblica ed alle istituzioni del Trentino.

All’assemblea di stamattina, partecipata da molti panificatori associati, hanno partecipato anche il presidente di Confcommercio Trentino Giovanni Bort e, in videocollegamento da Roma, il presidente nazionale Fippa Roberto Capello che ha avuto parole di elogio per le iniziative messe in campo dall’associazione provinciale, “spesso all’avanguardia anche per il resto d’Italia”.

Presenti tra il pubblico numerosi presidenti delle altre associazioni di categoria di Confcommercio Trentino. Alla riunione ha partecipato anche l’assessore provinciale Roberto Failoni.

La relazione del presidente Bonafini

«In questo momento storico particolarmente delicato - ha esordito il presidente Emanuele Bonafini - l’Assemblea rappresenta non solo un momento importante di vita associativa ma anche una notevole opportunità di dibattito e di confronto sulla condizione attuale e sul futuro della nostra categoria. Il futuro, anche quello prossimo, si può subire, attraversare o invece progettare.

Questa deve essere l’occasione per progettare, per fare una riflessione complessiva, per quanto sintetica, sulle prospettive che si stanno aprendo, sugli obiettivi e le priorità che come categoria ci prefiggiamo, a sostegno e garanzia delle imprese e del lavoro».

«In questo lungo periodo di pandemia, la capacità di spesa media delle famiglie italiane è diminuita e la ripresa dei consumi purtroppo appare ancora lenta, con prospettive incerte, anche a causa dei recenti conflitti internazionali. L’inizio delle operazioni militari tra Russia e Ucraina porta, tra i tanti effetti collaterali, l’aumento del prezzo del grano - i due paesi insieme rappresentano infatti quasi un terzo del commercio mondiale - e, in prospettiva, anche di tutti i prodotti che ne derivano come il pane e la pasta.

Negli ultimi mesi si sta assistendo ad un aumento insostenibile dei costi dell’energia - che impatta sul funzionamento di macchine e forni dei panifici - e una forte spinta al rialzo delle materie prime, costi aggiuntivi che impattano anche il doppio o il triplo rispetto a quanto sostenuto negli anni scorsi e che riguardano le nostre imprese ma anche le famiglie, provocando un ulteriore aggravio nei bilanci familiari ed una conseguente stretta sui consumi, anche di pane».

«Le imprese della panificazione, già occupate in una difficile ripresa a seguito della pandemia, si trovano ora dunque a dover contrastare un’impennata dei costi di gas, energia elettrica e materie prime, con il rischio di un’inflazione senza precedenti che potrebbe costringere anche i titolari dei nostri panifici ad aumentare inevitabilmente i prezzi del pane.

In quest’ottica è prioritario e necessario, anche con l’intervento delle Istituzioni, cercare un confronto con la grande distribuzione per trovare un punto di incontro che tuteli da un lato i consumatori e dall’altro garantisca i piccoli produttori locali, con margini equi e qualità del prodotto fresco».

La campagna “Forni spenti?”

«Per chiedere interventi concreti ed immediati, l’Associazione ha presentato nei giorni scorsi una massiccia campagna di mobilitazione e sensibilizzazione, denominata “Forni Spenti?”, rivolta all’opinione pubblica ed alle Istituzioni. Abbiamo chiesto di intervenire drasticamente su più fronti: il primo, l’abbattimento dei costi di energia e carburante; il secondo, rivedere le politiche agricole sostenendo il potenziamento di produzioni di grano nazionale e spingendo verso coltivazioni autoctone per ridurre la dipendenza dall’estero; il terzo, promuovere subito una politica europea sulle importazioni di grano che garantisca approvvigionamenti per i mesi a venire. Infine agire con la massima urgenza contro tutte le speculazioni finanziarie che in questo momento sono la vera causa del rincaro insostenibile di tutte le materie prime».

Il sostegno dell’ente pubblico provinciale

All’assemblea ha partecipato anche l’assessore provinciale Roberto Failoni che ha avuto parole di elogio per l’attivismo dell’associazione e la qualità del lavoro svolto in questi anni difficili. In particolare l’assessore ha sottolineato l’importanza della promozione del prodotto trentino anche in una chiave di sviluppo turistico: «Eventi come Autumnus che promuovono il prodotto trentino sono da ripetere e sostenere, così come il marchio qualità e gli altri strumenti che abbiamo a disposizione per dare risposte alle imprese ed ai cittadini».

«Il momento è drammatico, che riguarda tutti a 360 gradi. Ora prenderemo i primi provvedimenti e poi ad aprile sapremo dopo l’assestamento di bilancio quali risorse riusciremo a mettere in campo. Le stiamo provando tutte: dopo il Covid ora c’è il problema della guerra! Ma noi non ci siamo mai pianti addosso e ci diamo da fare per dare risposte concrete e rapide. Con l’emergenza Covid abbiamo messo in campo una serie di interventi a sostegno dell’economia in 48 ore, come mai credo sia successo prima in questa provincia.

Oggi c’è anche il problema del reperimento di personale, che sta riguardando tutte le categorie legate al turismo. Siamo veramente in un momento di particolare difficoltà. Certamente chiameremo attorno ad un tavolo tutti i soggetti interessati e cercheremo le soluzioni adeguate».

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