Ginecologia / La bufera

Caso Pedri, ne parla tutta Italia. Il consigliere Zanella: “Lettera a sostegno di Tateo inopportuna”

L’esponente di Futura è senza parole: “Con sgomento apprendiamo che, nel giorno dell'arrivo degli ispettori ministeriali, un gruppo di professionisti del reparto hanno scritto una lettera di appoggio al primario. Così si rischia di aumentare la tensione”

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TRENTO. Una raffica di reazioni. La lettera a sostegno del primario del reparto di Ginecologia dell’ospedale Santa Chiara, quello dove lavorava Sara Pedri, la dottoressa scomparsa da marzo, ha provocato la reazione sdegnata del consigliere provinciale di Futura Paolo Zanella

Che scrive: “Con sgomento apprendiamo dalla stampa che, nel giorno dell'arrivo degli ispettori ministeriali per verificare quanto sia successo all'interno del reparto di ginecologia dell'Ospedale santa Chiara in seguito alla denuncia dei familiari della giovane dottoressa Sara Pedri, “un gruppo di professionisti del reparto” - così si firmano - hanno scritto una lettera a sostegno del primario”.

E prosegue: “Riteniamo siano quanto mai inopportuni la tempistica, le modalità e soprattutto i contenuti della missiva con la quale alcuni professionisti del reparto hanno deciso di “difendere” il primario ponendo l'accento sulla qualità clinica del reparto che nessuno ha mai messo in discussione. Sono arrivati gli ispettori ministeriali, sta indagando la procura, c’è un'indagine interna in corso e alcune ginecologhe hanno deciso di affidarsi a un avvocato. Ma la causa di tutto quello che sta succedendo non è legata in alcun modo a un'operazione sbagliata o a un parto problematico, ma alla gestione del personale, questione in capo al primario”.

Zanella precisa: “Il reparto di ginecologia e ostetricia del S. Chiara rimane un'eccellenza, come rimangono indubbie le qualità cliniche del dottor Tateo. Non è questo il tema. Per questo quella lettera è fuori tema, andando a difendere qualcosa che nessuno ha mai messo in discussione.

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Nuovi clamorosi sviluppo per il caso di Sara Pedri, la ginecologa scomparsa lo scorso 4 marzo. Ripercorriamo l’intera vicenda dall’arrivo in Trentino della dottoressa al terremoto in Azienda sanitaria.

Quanto sta emergendo dalle numerose testimonianze è che il clima del reparto e la gestione del personale sembrano essere stati disfunzionali al poter lavorare in serenità. E su questo ispettori e procura stanno indagando. Il direttore di un'unità operativa non può essere solo un eccellente clinico, ma deve necessariamente essere anche un bravo coach per far crescere il gruppo, un leader in grado di motivare la propria squadra, oltre a lavorare per contrastare lo stress lavoro correlato, elemento fondamentale per la sicurezza sul lavoro del personale.

Il clima è di timore e di tensione e una iniziativa come questa, può solo aumentare dubbi e paure all'interno di un reparto già scosso per la perdita di una collega e tutto quello che è emerso in seguito”.

 

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