Camera: Italicum approvato tra le proteste

Sì dell'Aula della Camera alla riforma della legge elettorale. I voti a favore sull'Italicum sono stati 365, 156 i contrari, 40 gli astenuti. I votanti erano 521 e la maggioranza richiesta 261. Il testo ora passa al Senato. "Grande sintonia Renzi-Berlusconi. Condannati all'amore": è il testo dei cartelli che i deputati di M5S hanno esposto nell'Aula della Camera dopo il voto finale sulla legge elettorale. Sul foglio c'erano i ritratti dei leader di Pd e Fi divisi da un cuore rosso. La presidente Laura Boldrini ha ordinato la rimozione dei cartelli. I deputati di Sel hanno invece mostrato la Costituzione

Bocciate le preferenze, non passano per 35 voti

È stato bocciato per soli 35 voti l'emendamento sulle preferenze che avrebbe fatto saltare l'accordo sull'Italicum. Al termine della votazione a scrutinio segreto, il tabellone dell'Aula della Camera segna infatti 299 no, contro 264 sì. Una maggioranza esigua, dunque, tiene in piedi il patto Pd-FI: appena sei voti in più di quanti sulla carta vanterebbe il solo gruppo del Partito democratico. In tutto Pd e FI potevano raggiungere 360 voti: tra assenze e 'franchi tiratori', se ne contano 61 in meno

Legge elettorale, ma solo alla Camera

Il Pd di Matteo Renzi spiazza tutti sulla legge elettorale e stringe un nuovo accordo con Berlusconi su una soluzione che premia Ncd e Angelino Alfano: la nuova legge si applicherà solo alla Camera, mentre al Senato varrà il sistema proporzionale uscito dalla sentenza della Corte costituzionale dell'11 gennaio, con l'obiettivo, auspicato dal presidente del Consiglio, di varare nel giro di 12-18 mesi proprio la riforma che abroga l'attuale configurazione di palazzo Madama

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Legge elettorale è di nuovo in «stand by»

Una settimana ancora. La legge elettorale è di nuovo in «stand by». La delicatezza del momento sconsiglia di giocare la rischiosa partita del voto segreto sugli emendamenti all'Italicum mentre è in discussione la guida del governo. Il Pd decide perciò di far propria la richiesta delle opposizioni di concedere altre 48 ore per i subemendamenti al testo. E le votazioni previste per ieri pomeriggio vengono rinviate a martedì 18 febbraio

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Governo, voto segreto sul conflitto d'interessi

Ci sono due insidie per la legislatura. La prima è rappresentata dal voto segreto sul conflitto d'interessi, formula esplosiva che insidia la nuova legge elettorale. L'altra è il tira e molla continuo esercitato da Matteo Renzi su Enrico Letta: una corda che rischia di rompersi, mandando tutto all'aria, con un ritorno al voto anticipato e forse prematuro anche rispetto alle riforme in campo. Ma la prima mina che la prossima settimana nell'Aula della Camera rischia di far saltare insieme l'Italicum e forse, chissà, anche la legislatura si chiama conflitto d'interessi

«Italicum incostituzionale ma Napolitano lo firmerà»

"Il Pregiudicatellum è ancora più incostituzionale del Porcellum. Non dovrebbe essere quindi firmato dal presidente della Repubblica che è garante della Costituzione, ma con tutta probabilità firmerà alla veloce. Scommettiamo?". Lo scrive Beppe Grillo sul suo blog in merito alla riforma della legge elettorale in un post dal titolo "Verdini, chi?". Il Parlamento è espropriato del suo ruolo e nessuno fiata, né Grasso, né la Boldrini. Il Parlamento può solo ratificare il testo di un pregiudicato. Mai, dall'Unità d'Italia, siamo scesi così in basso", conclude

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Nodo preferenze, maggioranza sul filo

Un'altra giornata di fibrillazione sulla legge elettorale per la maggioranza che sostiene il governo di Enrico Letta. Al centro del contrasto ci sono le preferenze: che Angelino Alfano, vicepremier e leader del Nuovo Centrodestra, ha chiesto a gran voce con riferimento a Matteo Renzi e a Forza Italia. Il segretario del Pd ha ribattuto, un po' scocciato, che è contrario «ai conservatori che vogliono la palude», vedendo nei tentativi di smontare l'Italicum

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La legge elettorale fra «paletti» e veti

Arriva il primo sì al nuovo sistema elettorale «Italicum»: nella commissione Affari costituzionali della Camera Pd e FI, ma anche Ncd, Sc e PI, danno il via libera al testo base della legge. Ma è un sì «condizionato», a un testo che contiene un nodo insoluto. Al termine di oltre tre ore di seduta e di un dibattito teso, a tratti molto acceso anche tra gli azionisti di maggioranza della legge, il Pd e FI. Un preludio di quello che potrebbe accadere se entro lunedì, quando arriveranno gli emendamenti, non si sarà blindato il testo

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«Tridentinum» nell'«Italicum», critiche di Patt, Lega, FI

Dall'«Italicum» al «Tridentinum»: la riforma elettorale, depositata in commissione Affari costituzionali della Camera, riporta in vita solo per il Trentino Alto Adige e la Val d'Aosta i collegi uninominali già previsti dalla legge Mattarella. Immediate le reazioni negative, con Forza Italia, Lega e Patt concordi. Bezzi: «Legge bulgara»; Ottobre: «Non dà scelta»; Fugatti: «Trentino non è Corea». E poi c'è la reazione alla reazione, con Ottobre che attacca Bezzi 

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Ottobre: "Bezzi fa un'analisi distorta"

“Piuttosto che parlare di legge bulgara per il Trentino e di proporre analisi distorte e giudizi ancor più superficiali in ordine alle norme di tutela delle minoranze linguistiche e delle autonomie speciali contenute nel testo base di riforma elettorale, che ha altri problemi di ordine generale, Bezzi si adoperi con i suoi referenti romani per far ritirare le mozioni presentate dai consiglieri regionali di Forza italia in Lombardia contro la nostra autonomia". E’ quanto ha dichiarato Mauro Ottobre, deputato del Patt