Valsugana / Il caso

Acciaieria di Borgo, gli attivisti chiedono più controlli sull'inquinamento

L'associazione ValsuganAttiva si dice preoccupata per le «emissioni non filtrate di sostanze inquinanti pericolose» e riporta in primo piano la questione della qualità dell'aria. Rilanciata la richiesta di installazione di deposimetri sul tetto dello stabilimento e di misurazione anche del mercurio

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di Massimo Dalledonne

BORGO. ValsuganAttiva, l'associazione di cittadini che, in passato, a più riprese aveva documentato con numerosi comunicati e video le emissioni secondarie fuoruscite dallo stabilimento delle Acciaierie di Borgo, torna a chiedere maggiori controlli.

Prendendo spunto da una recente interrogazione dei consiglieri comunali della Lega Nord, in cui chiedevano al sindaco chiarimenti in merito a forti odori molesti avvertiti nei mesi scorsi da diverse persone nel paese, l'associazione ricorda come «nella sua risposta il primo cittadino Enrico Galvan ha ammesso di aver avvertito personalmente gli odori e di aver ricevuto analoghe segnalazioni dalla cittadinanza.

Non è riuscito però - spiega ValsuganAttiva - a dare una risposta riguardo alla fonte di provenienza e quindi nemmeno in ordine alla loro possibile pericolosità. Afferma che essi non sembrerebbero attribuibili all'acciaieria in quanto la stessa, come comunicato dall'Appa, era ferma e avrebbe ripreso l'attività il giorno successivo». ValsuganAttiva non si stanca di esprimere ancora una volta la propria preoccupazione per questa attività industriale molto impattante in termini ambientali.

«Si tratta di emissioni non filtrate e quindi integre di sostanze inquinanti pericolose che un'attività di questo tipo produce. Considerando che la fusione dei rottami ferrosi si svolge prevalentemente di notte, quando nemmeno le videocamere aziendali riescono a documentare efficacemente quello che succede - ricordano gli attivisti - i cittadini più avveduti hanno buoni motivi per non fare sonni tranquilli pensando alla salubrità dell'ambiente in cui vivono. E non escludiamo che gli odori segnalati al sindaco possano essere attribuiti allo stabilimento. Essi si sono infatti verificati proprio la sera precedente al riavvio dell'attività produttiva e si potrebbero ipotizzare operazioni preparatorie propedeutiche alla ripresa dell'attività».

ValsuganAttiva ricorda con profondo rammarico «il mancato accoglimento da parte degli organi di controllo provinciale dell'adozione di ulteriori sistemi di monitoraggio ambientale, evidenziati come necessari dal dottor Franco Giacomin in un'apposita relazione del marzo 2017. Controlli ambientali che il consiglio comunale di Borgo, con apposita mozione, si era impegnato a richiedere ma che a tutt'oggi non è riuscito ad ottenere. Si tratta dell'installazione di deposimetri sul tetto dello stabilimento che consentirebbero di caratterizzare chimicamente, morfologicamente e dimensionalmente le polveri diffuse e convogliate, allo scopo di comprendere meglio l'impatto della fonderia sul territorio».

E non è finita. «Altra richiesta inascoltata riguarda la misurazione in continuo dell'inquinante mercurio, altamente pericoloso per la salute, emesso normalmente dai camini principali dello stabilimento. Dopo anni ed anni trascorsi senza l'adozione di alcun sistema di controllo - conclude - la Valsugana è stata riconosciuta come prima destinazione certificata per il turismo sostenibile secondo gli standard del Global sustainable Tourism Council e Borgo è stato inserito tra i Borghi più belli d'Italia. Una buona politica cercherebbe di meritarsi fino in fondo questi riconoscimenti».

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