Economia / Il caso

Borgo Valsugana, tante serrande chiuse: la crisi del commercio e della ristorazione

Bar, ristoranti e negozi chiudono. Il sindaco: «Vediamo cosa fare. Mi preme sottolineare l'impegno e la tenacia dei commercianti esistenti». E per i ristoranti la domanda è il doppio dell’offerta

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di Massimo Dalledonne

BORGO VALSUGANA. Partiamo dai numeri. -11% per il commercio, -14% per la ristorazione. Sono i dati, inseriti nella documentazione allegata al bilancio di previsione 2024-2026, relativi alla situazione attuale sul territorio comunale di Borgo.

Due settori in crisi, altrettanti argomenti di discussione che hanno coinvolto diversi amministratori in occasione dell'ultima seduta del consiglio comunale. Dati letti in aula dalla consigliera di Civitas Martina Ferrai che ha chiesto lumi al sindaco Enrico Galvan anche in merito al futuro del Caffè Italia, che ha sede nei locali al pianterreno dell'ex municipio in Corso Ausugum.

«A fine anno scade il contratto con l'attuale gestore - ha ricordato - e da quanto esposto in bilancio sono previsti dei lavori sia all'edificio che agli stessi locali oggi occupati dell'esercizio commerciale. Ci piacerebbe conoscere le intenzioni del sindaco e della giunta».

Nella sua risposta il sindaco ha ricordato come «una volta liberati i locali, inizieranno i lavori anche in quei spazi e, assieme al professionista che si occupa della progettazione dell'intero interventi sull'edificio, valuteremo il da farsi. Stiamo ragionando anche sulla possibilità di ampliare i locali per dotare i futuri gestori di nuovi e ampi spazi dove, magari, accanto al bar prevedere anche la somministrazione di pasti veloci».

A fine anno è prevista pure la chiusura di un altro negozio in centro, sempre al pianterreno dello stesso stabile di proprietà del comune di Borgo. Sempre più serrande abbassate e chiuse nel centro storico. Ancora Galvan. «Su una cosa dobbiamo essere chiari: il comune non può e non deve fare l'imprenditore. Il nostro compito è quello di supportare, con tutti i mezzi a disposizione, un settore che, in questi ultimi anni, ha dovuto fare i conti sia con una forte ricambio generazionale, la crisi economica, l'emergenza sanitaria e, per non farci mancare nulla, anche una serie di vicissitudini che in passato hanno coinvolto i vertici del Consorzio. Bisogna rimboccarsi le maniche e aprire una nuova fase, lavorando insieme per rilanciare un settore che può diventare vitale per il rilancio della nostra comunità».

Anche l'assessore Giacomo Nicoletti ha sottolineato l'importanza di lavorare in rete e del desiderio della giunta di riuscire, quanto prima, a ridare vita ad un nuovo consorzio con la collaborazione di figure professionali che diano il loro supporto con idee, proposte ed indicazioni per ridare nuova linfa al settore commerciale.

«Per quanto riguarda la ristorazione - ha ricordato il sindaco nella sua risposta alla consigliera Ferrai - siamo di fronte ad una situazione in cui la domanda è il doppio dell'offerta». Serve un radicale cambio di passo, una forte presa di coscienza anche nel cercare forme e strategie innovative per far diventare Borgo e il suo centro storico nuovamente attrattivo. In che modo? Più negozi di vicinato, puntando sul franchising e marchi di richiamo? Negozi specializzati con prodotti legati al territorio?

Una ultima considerazione del sindaco Galvan: «Mi preme sottolineare l'impegno e la tenacia dei commercianti esistenti che, pur in una congiuntura così difficile, tengono aperte le loro attività e che si spera possano essere integrati da nuovi imprenditori».

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