Valsugana / Il caso

"Acqua rossa" a Levico, Amambiente avverte: «Non conforme ai principi di potabilità»

Ma il Comune nega ogni responsabilità sostenendo che la qualità è perfetta all'origine e nell'acquedotto ma si degrada nelle vecchie tubazioni delle case che lamentano il problema. Però il comitato di cittadini respinge questa posizione che scaricherebbe ogni intervento a carico dei privati

LEVICO TERME. Si è svolto un lungo dibattito sull'acqua rossa nella serata di giovedì a Levico, iniziato all'interno del consiglio comunale e terminato con gli interventi dei cittadini presenti alla serata pubblica organizzata subito dopo da Amambiente e dal Comune nel teatro dell'oratorio.

L'acqua rossa è dovuta probabilmente alle tubature private ammalorate e questo problema rende l'acqua non conforme ai principi di potabilità, sostengono Amambiente e il Comune termale. Peraltro, nei giorni scorsi, rispondendo ai cittadini sui social era stato assicurato che i principi di potabilità erano comunque rispettati.

Ma per essere definita potabile, l'acqua deve rispettare dei parametri e il solo fatto di non essere limpida la rende non conforme ai suddetti principi, precisa invece Amambiente. Questo non significa - hanno spiegato i tecnici - che le sostanze presenti all'interno dell'acqua "rossa" che esce dai rubinetti di alcune utenze siano in concentrazioni tali da rappresentare un pericolo per la salute pubblica, ma in ogni caso «non è possibile che dai rubinetti esca acqua simile. Questa non è acqua e non è nemmeno la stessa che preleviamo al contatore», ha detto Franco Baroni, uno dei relatori della serata, responsabile e tecnico di Amambiente, riferendosi ad una bottiglia di acqua prelevata da un'abitazione che i cittadini hanno fatto giungere in sala.

Alla presenza del sindaco Gianni Beretta e dell'assessore competente in materia Paolo Andreatta, sono state illustrate le caratteristiche del sistema acquedottistico della città di Levico ai numerosi cittadini che hanno lamentato la problematica e si sono uniti formando un Comitato. La particolare colorazione dell'acqua, che arriva torbida e con sfumature che vanno dal giallo all'arancione, è stata presa in esame da Amambiente per illustrare quale sia l'attuale situazione e quali le possibili soluzioni che i cittadini potranno adottare e mettere in campo (ma a spese proprie).

La problematica, concentrata soprattutto in alcune zone della città «non è assolutamente legata alla qualità dell'acqua, né alla sorgente né all'interno dei ramali pubblici» ha spiegato Baroni.

«In tutti i 16 serbatoi che compongono la rete acquedottistica di Levico vengono fatti periodici controlli da parte dell'Apss e i risultati sono pubblici».

All'origine, quindi, la qualità dell'acqua è garantita in tutte le zone della città e quella di Levico è ottima anche dal punto di vista organolettico. «L'acqua rossa deve la sua colorazione al fatto che contiene delle impurità di derivazione ferrosa, raccolte con tutta probabilità nel tratto di acquedotto che, dalla proprietà pubblica, si collega al rubinetto all'interno delle proprietà private. Non è una problematica circoscritta al Comune di Levico ma propria di tutte le abitazioni di vecchia costruzione che hanno le tubazioni di collegamento vetuste e rovinate. Basta che l'acqua resti ferma anche solo per una notte perché prenda la colorazione che lamentate nelle segnalazioni».

Unica soluzione proposta da Amambiente e dal Comune è che ogni cittadino che lamenta questo problema sostituisca, a spese proprie, il tratto di rete che separa l'abitazione dalla via pubblica e quello interno alla casa. I cittadini presenti in sala non si sono trovati d'accordo con molte delle precisazioni fatte dalla società e hanno spiegato che, in alcuni casi, le migliorie al sistema di rete sono già state fatte ma senza portare ad alcun risultato; altri ancora hanno chiesto di poter risolvere il problema applicando dei filtri ma non è stato garantito nemmeno in questo caso che l'acqua ritorni ad essere utilizzabile.

«Noi abbiamo rilevato situazioni molto diverse da quelle che dipingete voi», ha detto Luca Tieppo, portavoce del Comitato, «e sono state tutte censite e già segnalate».

«Tutti i casi che siamo stati chiamati a verificare», ha risposto Baroni, «sono legati a situazioni puntuali e singole; se fosse un problema dell'acquedotto comunale allora sarebbe il Comune a dover intervenire, ma così non è perché altrimenti le segnalazioni arriverebbero da tutte le utenze servite sulla stessa via nello stesso momento, cosa che non è mai avvenuta».

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