«Sulla Ss47 ho perso quattro parenti, ora basta»

Più sicurezza sulla Ss 47 (magari rivedendo il progetto già in gara d'appalto), meno parole, più fatti. È quanto hanno chiesto i quasi 200 cittadini che ieri mattina, per meno di un'ora, hanno presidiato, attraversandola pacificamente alcune volte, la SS47 nei pressi del ristorante Al Mulino a Ospedaletto. Una manifestazione super-blindata. Una quindicina di carabinieri sul posto, due pattuglie della Polizia locale a regolamentare il traffico ed una della Polizia stradale di Trento. Tutto è filato liscio, una pacifica protesta per far capire il profondo malessere che serpeggia in valle.

Tra i manifestanti c'erano anche diversi parenti delle vittime della strada come Laura Sartori di Grigno. «Nel 1993, proprio al bivio di Ospedaletto - ci racconta - ha perso la vita mio fratello Michele. Aveva solo 18 anni, con lui è morto anche mio cugino, Eduard Giovannetti di Tezze per colpa di un camioncino che ha tagliato la strada. Come se non bastasse, 13 anni dopo, nel 2006, poco distante, nei pressi del ristorante Al Pescatore, ho perso anche mio fratello gemello Daniele. Viaggiava su un mezzo assieme a Roberto Fontana che si è scontrato frontalmente con un veicolo in fase di sorpasso».

Una testimonianza toccante. «Sono passati 25 anni ma ogni volta che faccio questo tratto di strada mi sento male. Sulla SS47 hanno perso la vita tante persone, la mia famiglia è stata falcidiata ed oggi siamo rimasti solo io e mio fratello. In 25 anni è stato fatto ben poco per mettere in sicurezza la strada, interventi insufficienti per evitare incidenti mortali che si sono ripetuti negli anni». Grigno e la frazione di Tezze ancora oggi piangono molte giovani vite spezzate sulla Supervalsugana. Gli anni passano, i problemi restano.

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