Acciaieria di Borgo: trattativa con il gruppo algerino Cevital

Il gruppo algerino Cevital di Issad Rebrab , che l'anno scorso ha rilevato il complesso siderurgico ex Lucchini a Piombino, ha presentato una manifestazione d'interesse all'affitto e acquisto degli impianti della Leali Steel

Il gruppo algerino Cevital di Issad Rebrab , che l'anno scorso ha rilevato il complesso siderurgico ex Lucchini a Piombino, ha presentato una manifestazione d'interesse all'affitto e acquisto degli impianti della Leali Steel, l'acciaieria elettrica di Borgo Valsugana e il laminatoio di Odolo, nel Bresciano.

La trattativa col gruppo svizzero Klesch, che dal marzo di quest'anno ha la piena proprietà dell'Acciaieria Valsugana, sarebbe in dirittura d'arrivo.

Intanto, da ottobre, i 112 dipendenti di Borgo sono in contratto di solidarietà. «No al galleggiamento, servono investimenti - afferma Manuela Terragnolo della Fiom Cgil - Difenderemo i posti di lavoro».

Cevital, il più grande gruppo privato d'Algeria con oltre 15 mila dipendenti e 2 miliardi di euro di giro d'affari, che spazia dall'agroalimentare alle costruzioni, si era già fatto avanti l'anno scorso per l'Acciaieria di Borgo. Poi non se n'era fatto più nulla. All'epoca la Klesch Steel Bv, la controllante con sede in Olanda della Leali Steel, aveva la fabbrica in affitto. Quando era arrivata, nel 2013, aveva promesso il rilancio. Poi c'è stata la lunga contrattazione per l'acquisto, conclusa solo a marzo. Nel frattempo però gli investimenti annunciati non si sono visti.

Il nuovo interesse di Rebrab per la Leali Steel è datato primi di ottobre. Secondo Il Sole 24 Ore , Klesch sarebbe vicino all'accordo per cedere Leali Steel alla Cevital in affitto con opzione di acquisto. Si parla di un canone annuale di 2 milioni. L'impegno complessivo di Cevitaly, il veicolo italiano del gruppo algerino, andrebbe dai 5 ai 10 milioni.

L'operazione nascerebbe dalla necessità di assicurare a Piombino l'autonomia nella fornitura di billette e blumi fino a che non sarà in esercizio la nuova acciaieria elettrica. L'impianto di Borgo ha un potenziale produttivo di 500 mila tonnellate, sufficiente per alimentare sia il laminatoio di Odolo, dove lavorano gli altri 122 dipendenti di Leali Steel, che Piombino.

Borgo, tuttavia, non è in grado per il momento di assicurare a Piombino blumi utilizzabili nella produzione di rotaie destinate all'alta velocità. Sono infatti necessari alcuni investimenti, in particolare il cosiddetto «impianto del vuoto» che da solo costa 4-5 milioni, per produrre quegli acciai speciali in grado di soddisfare le necessità di Piombino.

Nell'ultimo bilancio disponibile, quello 2014, Leali Steel ha registrato un valore della produzione di 121 milioni. I costi sono di poco inferiori ai ricavi, con un risultato operativo di appena 137 mila euro. I conti però finiscono in rosso di 1,3 milioni a causa dei pesanti oneri finanziari.
La situazione non è migliorata con l'acquisto della piena proprietà e questo spiega il ritardo con cui Klesch ha fatto quel passo e la disponibilità che mostra alla cessione. L'acquisto dell'azienda dalla vecchia società in liquidazione è stato concluso al prezzo di 23 milioni, di cui 14,2 pagati con l'accollo del mutuo Bnl e 1,5 con l'accollo dei debiti maturati nei confronti delle società di leasing. Il debito totale di Leali Steel, che era già a 56,4 milioni di cui 14,2 con le banche, sale così a oltre 72 milioni. Insieme alla cessione, quindi, sarebbe necessario un accordo di ristrutturazione del debito.

«Non abbiamo comunicazioni dall'azienda sul subentro - dice la segretaria Fiom Terragnolo - I lavoratori hanno cominciato a ottobre il contratto di solidarietà per 12 mesi perché non c'è ancora la saturazione degli impianti. L'attuale proprietà in questi anni è stata in linea di galleggiamento. Sono mancati importanti investimenti come l'impianto del vuoto, o di degasaggio, per produrre acciai speciali. Dell'integrazione con Piombino si è parlato anche solo in termini commerciali. All'eventuale nuova proprietà continueremo a chiedere il rilancio dell'azienda e la salvaguardia dei posti di lavoro».

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