Pergine, «carissimi» espropri

Per il Comune di Pergine, espropriare aree private per dotare la comunità di nuovi essenziali servizi non è mai un affare. Anzi.
È accaduto anni fa col parco Giarete, un vero e proprio salasso in termini di espropri (da 2,2 milioni iniziali ai 4,9 finali); succede di nuovo, sia pure per fortuna su cifre molto inferiori, per la costruzione del nuovo asilo nido di via Amstetten.

Mercoledì sera il consiglio comunale ha dovuto riconoscere infatti la legittimità di un debito fuori bilancio per l’importo di 288.943,12 euro, derivante da un’ordinanza della Corte d’appello di Trento del 15 febbraio scorso. La Corte ha in sostanza accolto il ricorso presentato da un proprietario privato, che non aveva accettato la stima di esproprio determinata dalla Provincia e fatta propria dal Comune: la valutazione aveva stabilito che all’agricoltore sarebbero andati in totale 506.722,20 euro per 489 mq della p.f. 3000/1 e per 1.190 mq della p.f. 3005/1, pari a circa 303 euro al metro quadrato. Al mezzo milione venivano poi aggiunti un indennizzo di 965 euro e un’indennità aggiuntiva di 22.162,80 euro. In totale, 529.850 euro.

Lo stesso agricoltore aveva accettato senza problemi un’indennità di esproprio calcolata circa un anno prima su importi simili per un altro terreno relativo alla scuola materna (il Comune aveva infatti distinto le due procedure), ma per l’area su cui sorgerà il nido ha deciso che la cifra offerta era incongrua. Di qui il ricorso alla Corte d’appello (competente in caso di espropriazioni) nell’autunno 2013, a cui il Comune aveva deciso di resistere. Invano, perché la consulenza tecnica d’ufficio attivata dai magistrati ha stabilito che il valore di mercato delle aree espropriate era di 456,99 euro al mq, oltre il 50% in più di quanto stabilito dall’Agenzia provinciale delle Opere pubbliche nel marzo 2013. Dunque, al coltivatore dovranno essere liquidati ora 767.288,77 euro - 260.566,57 euro in più del previsto -, oltre alle indennità aggiuntive già stabilite.


Ma la Corte d’appello non si è fermata qui: ha anche condannato il Comune a rifondere al ricorrente 14.184,71 euro, oltre al 15% di rimborso forfettario di spese generali, accessori di legge, spese di consulenza tecnica e altre spese: totale, 28.376,55 euro.
Ora dovrà essere redatta una perizia di variante da parte dei Servizi tecnici del Comune: i 260.566,57 euro in più saranno presi dalle somme accantonate grazie al ribasso d’asta. E non ci sarà nessuno stop: i terreni sono infatti già del Comune e l’ati guidata da DF Costruzioni srl inizierà gli scavi per le fondazioni subito dopo Pasqua.

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