Giustizia / Brentonico

Liti in famiglia: lesioni e calunnie tra le due sorelle, giovedì la condanna di una a 2 anni

La pena sarà sospesa se provvederà a pagare alla congiunta un risarcimento di seimila euro. Al processo ci si è arrivati attraverso un altro processo, dove le parti erano invertite. Imputata, quindi, la sorella che adesso era parte civile, e che era stata accusata (dalla sorella) di lesioni e minacce. La vicenda scatenante risale a qualche estate fa

ROVERETO. Si potrebbe dire "fratelli coltelli" se non fosse che le protagoniste sono due sorelle. Sorelle che sono legate oltre che dalla parentela anche da una serie di procedimenti penali che le vedono una contrapposta all'altra. L'ultimo in ordine di tempo si è concluso giovedì 18 aprile in tribunale a Rovereto, dove una delle due è stata condannata a due anni per calunnia. Pena sospesa se provvederà a pagare alla congiunta un risarcimento di seimila euro.

Al processo ci si è arrivati attraverso un altro processo, dove le parti erano invertite. Imputata, quindi, la sorella che ieri era parte civile, e che era stata accusata (dalla sorella) di lesioni e minacce. La vicenda scatenante risale a qualche estate fa. Le due, assieme ad un fratello, hanno la proprietà dei rispettivi appartamenti in uno stabile di Brentonico, in quella che era la casa di famiglia.

Accade che in agosto la località sull'altipiano viene investita da un violento temporale. Pioggia battente che, data la conformazione della corte interna della casa, provoca un piccolo allagamento della stube della sorella che a Brentonico non vive più ma ci passa parte delle sue vacanze. Lei, assieme al marito, intervengono quando la pioggia cessa per liberare la stanza dall'acqua e si occupano anche di togliere le foglie dai canali di scolo che si trovano nella corte. In quel momento arriva la sorella della donna.

Nasce una discussione sulla porta aperta di un locale comune. Discussione che viene filmata dalla prima sorella (quella in villeggiatura) e che diventa argomento di un procedimento penale nato dalla denuncia presentata dalla seconda sorella contro la prima, accusata di lesioni (l'avrebbe graffiata) e di minacce (avrebbe utilizzato una grata per spaventarla e farle temere di poter essere percossa).

Si va in aula dove la seconda sorella rende testimonianza, e il processo si conclude con l'assoluzione della prima e la trasmissione degli atti in procura per procedere per il reato di calunnia contro la seconda. E si arriva al nuovo processo dove vengono sentiti vari testi fra quali il fratello delle due (anche per lui il giudice ha deciso la trasmissione degli atti in procura) per ricostruire quello che è successo in quella corte.

Un'udienza molto intensa quella di giovedì, con una ricostruzione dei fatti e dei luoghi anche con simulazioni che si è conclusa dopo una lunga discussione con la condanna della seconda sorella per calunnia.

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