Vallagarina / Furti in casa

Ladri scatenati anche nel giorno di Pasqua: sono entrati quando non c’erano la figlia e la madre (era a messa)

Il furto a Reviano di Isera: i malviventi sono entrati dopo aver scavalcato il poggiolo lasciando le loro impronte. Spariti i gioielli di famiglia: «Cancellati ricordi e affetti. La cattiveria umana non ha limiti, chi ha agito sapeva come muoversi. Spero si pentano e restituiscano»

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BONDONE Furti in casa, tra stanze a soqquadro e gioielli rubati

di Giancarlo Rudari

VALLAGARINA. Non c'è pace nemmeno il giorno di Pasqua. Nemmeno il tempo di portare una pianta nella chiesetta del paese e poi di partecipare alla messa che i ladri ti entrano in casa e ti rubano gli affetti più cari. Perché quei gioielli che sono spariti dall'abitazione di una donna di Reviano di Isera hanno sì un valore economico ma soprattutto rappresentano (o, meglio, rappresentavano) «ricordi, legami familiari, momenti di gioia e di condivisione così come sacrifici di tanti anni...».

Amarezza, scoramento, rabbia sono i sentimenti che Marina Aste ha affidato ai social e manifesta ancora ad un paio di giorni di distanza da «quel gesto odioso... perché sapere che qualcuno ha invaso casa tua violentando i tuoi spazi è una cosa che devi provare sulla tua pelle per capire cosa significhi...» aggiunge la giovane donna. Siamo a Reviano, un gruppo di case immerso nei vigneti della Destra Adige. È la domenica di Pasqua, cielo grigio e pioggia, e in paese non gira nessuno. Anzi, no.

Qualcuno c'è ma non è lì per una passeggiata o per fare gli auguri. È lì che controlla, ne è sicura Marina Aste, i movimenti della casa dove vivono la mamma Rosetta e la sorella Aurora. «Non si spiega altrimenti il fatto che con mia mamma ci siamo assentate più o meno un paio di ore, dalle 18.20 a poco dopo le 20, e al ritorno i ladri avevano fatto il loro lavoro. C'era una luce accesa, ma lì per lì mia mamma non ha dato peso a quel particolare: ha pensato che fosse stato il nipote ad essersi dimenticato di spegnere le luci quando è uscito di casa. Ma l'amara verità che qualcuno aveva fatto visita nell'appartamento di mia sorella - afferma Marina - è emersa soltanto l'indomani mattina quando lei è rientrata a casa...».

I ladri per entrare nell'appartamento della donna impiegata alla casa di riposo di Sacco si sono arrampicati (lasciando le impronte) fino a raggiungere il poggiolo al primo piano e quindi hanno forzato la porta finestra della cucina per poi raggiungere un bagno. Partendo da lì hanno rovistato un po' dappertutto facendo man bassa dei gioielli di famiglia (financo della bigiotteria...) che la donna conservava come ricordi. «Certi gesti non te li aspetteresti da nessuno, tanto meno il giorno di Pasqua. Però credo che sia giusto che sappiate - ha postato Marina Aste - che la cattiveria umana non ha limiti... Non riesco a togliermi dalla mente che sia qualcuno che ci conosce e che sapeva come muoversi all'interno della casa... ».

E al ladro (o ai ladri) si rivolge sperando «che tu provi un minimo di rimorso, forse anche di vergogna. Del male non te lo auguro perché il male non si augura a nessuno... Ti auguro che non succeda mai a te e a chi vuoi bene. Se ti penti, sai dove riportare quello che hai preso». Infine l'appello a chi potrebbe aver visto momenti sospetti di persone o auto il pomeriggio di Pasqua: «Non ci sono telecamere in paese, quindi ogni segnalazione può essere utile. Ho voluto segnalare quanto successo a mia sorella affinché non capiti ad altri. Il gesto che tutti noi abbiamo subito fa molto male» conclude con amarezza Marina Aste.

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