Vallagarina / Il caso

L’allenatore accusato di stupro da una giovane pallavolista si difende: “Sono innocente”

L’uomo parla attraverso la sua avvocata: “Lasciamo che la procura faccia il suo lavoro”. Il presidente trentino della Fipav: caso isolato, il mondo sportivo è sano e i volontari aiutano i giovani a formarsi”

ROVERETO. Il caso della pallavolista che ha denunciato l'allenatore per stupro continua a far discutere per la gravità del fatto, unitamente agli interrogativi su quanto successo. Tanto che l'indagato, adesso, esce allo scoperto tramite il suo avvocato Sonia Speri: «Nel rispetto di tutte le persone coinvolte e della delicatezza della vicenda non ritenevamo opportuno intervenire. Ma a questo punto lette le plurime esternazioni accusatorie di questi giorni, quali difensori di un uomo che si proclama innocente, ci si impone di ricordare a tutte e tutti che in uno stato di diritto per ogni indagato vige la presunzione di innocenza e che, solo con sentenza definitiva all'esito dei vari gradi di giudizio, stabilire se vi sia un colpevole e se vi sia una vittima, sarà il giudice penale, non la giustizia sportiva, non i giornali. Prendiamo purtroppo atto che il circo mediatico, da cui manteniamo rigorosamente le distanze, non conosce il garantismo».

Poche parole, dunque, che non chiariscono la questione. Che è ancora in alto mare, nonostante siano passati tanti mesi. Il tema, ovviamente, al di là dal caso specifico è più ampio e rientra in un ambito di sport e gestione di minori.

Il presidente della Fipav Trentino, Francesco Crò, riguardo alla vicenda parla di «sport pulito, sano, formativo. Questo è un episodio a se stante. Noi siamo tutti volontari, ma per i nostri allenatori c'è un'attenzione particolare: i collaboratori che hanno a che fare con i minorenni devono presentare il casellario giudiziale. Mi auguro che quanto accaduto non venga strumentalizzato con facili vetrine personali e personalistiche».

Il presidente della pallavolo provinciale allarga le braccia. Di più, d'altro canto, non può fare: il caso è stato analizzato e affrontato e, di fatto, il mondo della pallavolo dilettantistica è sano. «Altroché! - sbotta Crò - Non dobbiamo assolutamente mettere in dubbio una società che punta sulla formazione e la crescita dei ragazzi. Il sistema, ci tengo a sottolinearlo. Per quanto successo a Rovereto ci tengo a ribadire che è un episodio isolato. Noi non avevamo altri mezzi se non denunciare il caso alla procura federale. Però c'è una linea di fermezza da parte della federazione che, al di là di come si muova la magistratura ordinaria, decide di colpire subito proprio per dimostrare che le ragazze e i ragazzi che praticano la pallavolo, ma vale per qualunque altri sport, sono in mani fidate. È capitato un caso, e ci dispiace tantissimo, ma è un solo caso».

Il presidente della Fipav Trentino, attenzione, non vuole difendere tutti a prescindere ma ci tiene a salvare uno sport che aiuta a socializzare e che, come tutto, può avere delle pecche.

«Mi dispiace davvero per quanto successo. Però ci tengo molto a difendere la pallavolo e lo sport in genere: per qualcuno che commette uno sbaglio non si può bastonare tutto. Tra l'altro, ci tengo a dirlo, l'80% dei nostri tesserati, e parlo solo di pallavolo, sono donne. Non è giusto che un mondo sano e attivo come il nostro venga macchiato da un episodio singolo, seppure gravissimo e di conseguenza assolutamente condannabile, che non ha nulla a che fare con il nostro mondo».

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