Animali / Grandi carnivori

Monti Lessini: il recinto non basta più, i lupi adesso lo saltano. Allevatori esasperati

Inizio stagione pessimo per la "Società allevatori Ala": in 12 giorni di alpeggio, otto capi persi. Nel 2022 in Lessinia è stata accertata la presenza di tre branchi di lupi. All'origine del ripopolamento Slavc e Giulietta che hanno fatto coppia per circa 10 anni mettendo al mondo - è una stima - oltre quaranta cuccioli

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ALA. Dodici giorni di alpeggio, otto animali predati dai lupi. Sei vitelle di neppure un anno e due asinelli, quasi le mascotte di quel recinto che per cinque anni ha tenuto le giovani manze della "Società allevatori di Ala" al riparo dalle predazioni durante la stagione estiva. Ma quest'anno qualcosa è cambiato. E in peggio. Il bilancio è pesante e soprattutto non si capisce ancora come i lupi siano riusciti ad entrate nel recinto che è stato costruito a regola d'arte. Siamo a malga Boldera, alla Sega di Ala, sui Lessini, non troppo distante dal villaggio San Rocco.

La zona è particolarmente dedicata all'alpeggio. C'è l'acqua, ci sono dei boschi nei quali gli animali possono riparasi nel caso di temporali ed è per questo che era stata scelta per creare questo recinto anti lupo. Tre chilometri di perimetro con sette fili elettrificati ad una distanza uno dall'altro di una decina di centimetri nella parte bassa, distanza che aumenta verso l'alto. Altezza totale variabile da il metro e 35 centimetri al metro e 70. Altezze che dovrebbero essere insormontabile per i lupi che non sono dei grandi saltatori. O almeno non lo erano. Sì, perché che sia stato il lupo (o i lupi) ad attaccare le vitelle e gli asini non ci sono dubbi. Come non ci sono dubbi che la recinzione non sia stata danneggiata.

«I controlli sono quotidiani - spiegano gli allevatori - ci sono stati anche i sopralluoghi della Forestale che hanno confermato che è tutto a posto». La stagione dell'alpeggio è iniziata con i primi giorni di giugno e domenica 4 sono stati trovati i primi animali morti. Da quel giorno fino alla domenica successiva, il bilancio si è aggiornato quasi quotidianamente. Al momento sono sei vitelle e 2 asini ad essere strati predati, 4 giovani manze in un "raid" unico. Se non uccise, sono state trovati agonizzanti, non più salvabili. Il danno diretto è pesante ma è risarcito, ma è il danno indiretto che pesa e tanto. «Non c'è più l'idea del pascolo tranquillo» spiegano gli allevatori. E poi l'attacco dei lupi lascia la paura negli altri animali, quelli che sono sopravvissuti. Anche in questo senso il pascolo non è più tranquillo perché non lo sono gli altri vitelli.

Al momento una soluzione non la si vede all'orizzonte. Il recinto "speciale", pensato appositamente, ha sempre funzionato e non si è pensato a soluzioni alternative come i cani anti lupo. Opzione, questa, poco praticabile in questa realtà. Gli alpeggi sono gestiti in società dagli allevatori. Gli animali sono divisi per età per razionalizzare e migliorare la gestione e gli allevatori si alternano nel controllo quotidiano. Questo rende impossibile l'utilizzo del cane che riconosce solo uno come il padrone. E ora? È stato chiesto un incontro con l'assessora Giulia Zanotelli, richiesta che al momento resta senza risposta.

Nel 2022 in Lessinia è stata accertata la presenza di tre branchi di lupi. All'origine del ripopolamento Slavc e Giulietta che hanno fatto coppia per circa 10 anni mettendo al mondo - è una stima - oltre quaranta cuccioli. L'incontro tra Slavc e Giulietta aveva segnato anche un evento storico per la conservazione del lupo in Europa: l'incontro tra la popolazione italiana e la popolazione dinarica. Dopo secoli di isolamento queste popolazioni sono tornate e incontrarsi proprio grazie al viaggio di Slavc, che dalla Slovenia riuscì ad arrivare in Veneto. Ma ora il lupo fa soprattutto paura.

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