Montagna / Il caso

Lo sfacelo di Malga Somator, da due anni abbandonata e cadente

Il consigliere Moiola del Patt sprona la giunta comunale: «avevo già denunciato l’incuria in aprile, non è successo niente. Ora ci sono soffitti crollati, porte scardinate e finestre spalancate»

MORI. Torna l'attenzione su Malga Somator, splendido sito in Val di Gresta alle pendici del monte Stivo, di proprietà del Comune di Mori ma da anni abbandonata. A puntare di nuovo il riflettore sulla struttura il consigliere comunale del Patt Cristiano Moiola.

«Con urgenza - scrive - segnalo l'aggravarsi incontrollato dello stato in cui giace oggi Malga Somator. I primi di aprile l'Adige ne aveva già dato notizia. Da quando è stata chiusa nel novembre 2020, è rimasta abbandonata a se stessa ed al degrado. Ad inizio aprile avevo denunciato come nella zona della cucina fossero crollati i controsoffitti, la porta per l'accesso ai bagni fosse stata scardinata, le finestre lasciate aperte nella sala ristorante, al cui interno chissà quanti animali sono entrati in questi anni.

Tutto è lasciato all'incuria e all'abbandono nonostante le nostre segnalazioni dei mesi scorsi».

«Nessuno è mai intervenuto - sottolinea Moiola - e da parte dell'amministrazione tutto tace, incredibilmente. È di questi giorni lo sfondamento dei vetri della porta di entrata (nella foto). Non è più accettabile stare in silenzio e non fare nulla. Bisogna immediatamente stanziare una somma importante per il risanamento della struttura stessa.

L'importanza strategica della Malga è indubbia per lo sviluppo turistico e economico del nostro territorio di montagna. Una struttura unica all'interno del nostro Comune, e un'attrazione turistica in grado di attirare in passato migliaia di turisti. La malga si inserisce all'interno di un percorso, anche cicloturistico, nel contesto della Val di Gresta. Da lì si può scendere nei bellissimi borghi di montagna di Manzano, Nomesino e Corniano».

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