Altipiani Cimbri/ La polemica

Funivia Lastebasse, 16 milioni da Trento ma Olivi attacca Fugatti: "L'Altipiano ha altre priorità"

I soldi per la nuova cabinovia dal Vicentino ai Fiorentini arrivano dai Fondi per i Comuni di confine, che riguardano progetti concordati fra i soggetti interregionali e finanziamenti vincolati dell'ex fondo Odi. L'ex assessore provincia Pd attacca: la norma prevede stanziamenti che valorizzino le vocazioni comuni dei territori di confine, la giunta attuale non ha mostrato un impegno chiaro in favore delle priorità della nostra montagna

di Tiziano Dalprà

ALTIPIANI CIMBRI. Alessandro Olivi, consigliere provinciale del Pd, interroga la giunta provinciale sull'investimento che consentirebbe un collegamento impiantistico, tramite cabinovia, tra Lastebasse, comune vicentino confinante con Folgaria, e l'altopiano dei Fiorentini.

«La stampa veneta ha annunciato nei giorni scorsi l'approvazione del progetto per il rilancio turistico dell'Alta Val d'Astico in provincia di Vicenza - afferma Olivi - che prevede la realizzazione di una nuova cabinovia con partenza dal comune di Lastebasse e approdo in località Fiorentini, con un costo previsto di 16 milioni di euro, finanziato attraverso il Fondo dei Comuni di confine ovvero con risorse provenienti dalla Provincia autonoma di Trento».

«La realizzazione di tale infrastruttura - prosegue - ha concrete ripercussioni anche sul futuro sviluppo del territorio degli Altipiani. L'area sciabile di Folgaria è oggi interessata da altre priorità e urgenze. È necessario infatti concentrare gli sforzi per l'ammodernamento delle strutture esistenti a partire dalla sostituzione dello storico impianto Francolini-Stella d'Italia definitivamente fermo dal 2020. La giunta provinciale deve a mio avviso supportare l'impegno della comunità locale, assicurando adeguate risorse alla riqualificazione dell'attuale sistema infrastrutturale anche nell'ottica di adottare soluzioni che favoriscano un turismo più sostenibile e capace di garantire le più diffuse ricadute sull'economia locale».

Tra gli impianti da rifare anche la vecchia seggiovia che da Folgaria porta alle falde del monte Hornberg/Cornetto, una struttura di cui si sente la mancanza e che potrebbe accrescere sensibilmente l'offerta turistica di tutto il comune essendo quell'area tra le più belle e suggestive dell'Alpe Cimbra.

«La nuova disciplina che regola il finanziamento del Trentino in favore dei Comuni di confine - sostiene ancora Olivi - prevede che la Provincia non sia semplice ente erogatore del finanziamento ma partecipi alla condivisione di traiettorie di sviluppo che valorizzino le vocazioni comuni dei territori di confine. Ciò è stato fatto fino ad ora solo con il progetto della pista ciclabile Asiago-Folgaria che presentammo oltre dieci anni fa e che, purtroppo, è ancora incompleta».

Per sollecitare la giunta Fugatti ad un impegno chiaro in favore delle priorità della nostra montagna, dice Olivi, «ho presentato un'interrogazione a risposta immediata per conoscere se vi è già stata da parte dell'esecutivo l'approvazione dell'impegno finanziario di 16 milioni di euro nell'ambito del Comitato paritetico del fondo dei Comuni confinanti e per chiedere se tale intervento è stato condiviso con i territori trentini che necessitano di investimenti più mirati alla riqualificazione della propria offerta locale».

In realtà molti fondi (ex fondi Odi) da destinare ai comuni confinanti dovevano, nell'idea originaria, sostenere le zone di confine con ricaduta degli investimenti e dei benefici anche sul territorio trentino. Questo spesso non si è verificato. La Provincia, ad esempio, ha finanziato gli impianti sciistici delle Melette nel Comune di Gallio e ha messo in concorrenza due bacini, depotenziando di fatto il sistema impianti e piste di Vezzena-Lavarone che sono in Trentino.

Si parla di una somma investita di 9 milioni di euro, non bruscolini, per non avere alcun vantaggio. Stessa cosa dicasi per la sistemazione, ovvero allargamento e asfaltatura, della strada che dal comune di Roana porta in Val Formica e Cima Larici: anche questo intervento non porta nessuna ricaduta e nessun beneficio ai territori trentini.

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