Ambiente / Scontro

Folgaria chiude al traffico la strada del Finonchio, rivolta dei cacciatori (domenica parte la stagione venatoria)

Abituati a poter arrivare in quota con le auto, ne hanno bisogno per trasportare le prede (di diverse quintali) e l’attrezzatura, ma con l’ordinanza comunale è impossibile

FOLGARIA. Non è detto che la tutela dei valori ambientali metta sempre tutti d'accordo, soprattutto se da una parte c'è l'amministrazione comunale e dall'altra l'associazione dei cacciatori, ovviamente con posizioni diametralmente opposte. Così, almeno, è quanto sembrerebbe in merito alla chiusura della strada bianca che da Serrada porta sino al Finonchio chiusa, sulla base dell'ordinanza del Comune di Folgaria, al transito dei veicoli da metà giugno fino a fine settembre dalle ore 9 del mattino fino alle 18.

Una disposizione, quella decisa dall'amministrazione degli altipiani cimbri, presa per limitare l'uso delle auto, favorire il transito degli escursionisti in sicurezza, e difendere l'equilibrio ambientale, riducendo le immissioni di gas nell'atmosfera. Però di fatto il provvedimento amministrativo impedisce il regolare svolgimento della stagione venatoria, prossima alla sua apertura prevista proprio per domenica 5 settembre.

Infatti il passaggio con un veicolo è essenziale per chi deve trasportare un ungulato, il cui peso può superare i due quintali e mezzo, o degli strumenti per la manutenzione del sottobosco, cui spesso i cacciatori dedicano una parte della giornata venatoria.

Allo stesso tempo non è un mistero che una larga fetta dell'opinione pubblica non veda di buon occhio la caccia. Ma il problema non è quello di permettere o no l'attività venatoria, peraltro legale e regolamentata. Tant'è che va ricordato che l'attività è stabilita in modo scrupoloso dalla Provincia.

«Non solo, - osserva Federico Bonazza, rettore della riserva di Rovereto che rappresenta più di cinquanta cacciatori - conservare gli equilibri della natura significa anche mantenere nei limiti accettabili la popolazione di cervi e camosci. L'attività venatoria non significa altro che prelevare una parte dell'incremento annuale dei capi per mantenere in equilibrio l'agricoltura e in generale l'ecosistema che fa capo al monte Finonchio. Tra l'altro anche un numero di esemplari elevato può provocare in modo diretto o indiretto incidenti. È un'esperienza non rara nel tratto della statale fra Lizzana e Marco, imbattersi la sera in ungulati che piombano sulla carreggiata all'improvviso. Quando escono dall'oscurità possono rappresentante un pericolo. L'anno scorso soltanto gli investimenti sono stati una ventina».

Nonostante l'urgenza di una soluzione, la vicenda, sollevata dal vice presidente della circoscrizione di Noriglio Renato Ruele e dal consigliere Andrea Bertotti, si trascina ormai da diverse settimane. «Abbiamo sollecitato - spiegano i due esponenti norigliesi - l'attenzione dell'amministrazione. Ma malgrado alcuni incontri non si è arrivati a una conclusione. L'ordinanza è stata adottata per più percorsi. È una prassi che l'estate venga messa in vigore. Ma questa volta non si sono fatte deroghe né per i cacciatori né per i residenti di Noriglio che volessero utilizzare l'auto».

«In effetti ho avuto - conclude Stefano Spagnolli, presidente della circoscrizione - diverse segnalazioni da parte dei cacciatori che si sono lamentati della difficoltà di approntare i materiali per cacciare. Le deroghe al passaggio sono state concesse soltanto ai proprietari e conduttori dei fondi del Finonchio. Aprire il passaggio a tutti non è possibile. Ma bisogna ammettere che i cacciatori garantiscono anche la manutenzione dei sentieri».

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