Terragnolo, vandali in malga e nella vicina chiesetta alpina

È affranto Leonardo Gerola, il giovane gestore di malga Borcola, baluardo di confine nell'alta valle di Terragnolo. «Vedere tante cose rubate, spostate, buttate, rovinate è stato devastante. Ci hanno rubato un pezzo di cuore», afferma il trentenne guardando sconsolato i vetri rotti e le porte scardinate della malga.

La notte tra domenica e lunedì ignoti si sono introdotti all'interno della struttura, chiusa per la stagione invernale, e hanno rubato quel poco che hanno trovato. Ad accorgersi per primo dell'incursione, e avvisare i gestori, un ciclista di passaggio che durante la salita aveva notato gli scuri divelti di una finestra.

«Hanno sfondato la porta con la botola di un pozzetto - racconta Leonardo, che ieri mattina ha sporto denuncia contro ignoti - e si sono introdotti nelle varie stanze facendosi strada con un piccone trovato in magazzino. Hanno rubato bibite, bottiglie di prosecco, birre, ma anche oggetti di grande valore affettivo, oltre che economico, come i paioli di rame per la polenta e le selle di due cavalli, sottratte dalla vicina stalla, del valore ci circa mille euro l'una. Era già capitato una volta che malintenzionati provassero ad entrare, ma non con questa violenza: non so cosa davvero cosa si aspettassero di trovare in una malga chiusa».

Un brutto episodio che si somma a tante altre difficoltà. «Così non si può andare avanti. Tanti sacrifici e tanta fatica e questo è il risultato: ne succede sempre una», commenta Gerola, demoralizzato ma determinato a continuare a presidiare quella scomoda periferia. Un presidio di montagna, a 1.200 tra Trentino e Veneto, che in passato fu gestito dai suoi nonni. «Episodi di violenza gratuita come questo fanno piangere il cuore - conclude Leonardo, ieri sommerso dai messaggi di solidarietà di amici e clienti - Come se non bastassero gli eccessi di burocrazia, le difficoltà quotidiane del lavorare in montagna e, da ultima, l'emergenza pandemica».

Tentativo di scasso, infine, anche nella vicina chiesetta degli alpini. «Hanno forzato la cassetta delle offerte, per fortuna senza riuscirci», aggiunge il capogruppo degli alpini di Terragnolo Fausto Diener. T.G.

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