Ala, devastano la villetta solo per rubare la stufa

di Nicola Guarnieri

Lontano dagli occhi, lontano dal cuore. O, meglio, dalle forze dell’ordine. I ladri, ormai, hanno segnato sul taccuino la Sega di Ala come il paese del Bengodi per le loro malefatte o comunque come palestra di allenamento per rubare in casa altrui in attesa di svaligiare le villette di città. Sui Lessini, d’altro canto, di questi tempi c’è poca gente, la stagione ancora non si è aperta ma la località pullula di seconde case.

E, evidentemente, pure di refurtiva che fa gola a disperati ma non solo. Perché dopo aver messo a soqquadro quasi tutte le abitazioni della Sega, l’altra notte i soliti ignoti hanno forse lavorato su commissione. Forse, si badi bene, perché il grisbì non sono stati certo soldi e gioielli ma nientemeno che una stufa a pellets. Roba che costa, per carità, ma che difficilmente si riesce ad occultare nel fumettistico sacco del ladro caricaturato. Peccato però che, per entrare in possesso dell’oggetto del desiderio, i «nostri» non ci siano certo andati leggeri. Anche perché trasportare una stufa comporta varchi larghi e non il classico buco da trapano del mariuolo navigato.

Il colpo, tanto per entrare nel dettaglio, è stato messo a segno in Casa Tognotti, sopra la colonia della Turiscoop. Ed è stato portato a termine dopo aver «annusato» eventuale refurtiva di valore nei villini vicini. Nulla, evidentemente, per cui valesse la pena di sporcarsi le mani. Meglio dunque puntare sul bottino grosso, la stufa a pellets appunto. I banditi, insomma, dopo essersi sincerati che in casa non ci fosse nessuno - pena l’aggravante del reato - hanno tentato di entrare in Casa Tognotti.

Che, per capirci, non è mica Fort Knox ma la serratura ha deciso di non cedere agli sconosciuti. Per questo, piede di porco in mano, hanno provato a forzare le finestre ma la pazienza non dev’essere il loro forte visto che hanno letteralmente scassato infissi e vetri per poter accedere all’abitazione. Una volta dentro - dopo aver terminato il sopralluogo di rito per non dimenticare sul luogo del delitto oggetti di valore e magari farsi prendere in giro da colleghi più scafati e blasonati - hanno messo gli occhi sulla stufa nuova di zecca.

E, non a caso, se la sono presa. Peccato, però, che per portarla all’esterno e caricarla probabilmente su un furgone, abbiano fatto il diavolo a quattro. Perché maldestri lo erano di sicuro visto che per staccare la stufa dalla parete sono stati in grado di devastare, facendola crollare, la scala in legno che porta alle camere da letto al piano superiore. Alla fine, comunque, il furto è andato a buon fine nonostante lo scempio lasciato sul posto, danni forse più ingenti del bottino stesso.

Quello dell’altra notte, purtroppo, non è un episodio isolato. Da tempo i malviventi hanno preso di mira la Sega, stimolati dall’assenza di abitanti. E tutte le volte hanno agito danneggiando porte e finestre e perfino mobili e suppellettili. Le seconde case degli alensi ma pure di affezionati turisti emiliani fanno dunque gola. E pensare che difficilmente uno custodisce nell’alloggio di montagna, buono solo per le vacanze (estive o invernali poco importa) merce costosa. Per questo, si diceva, la banda del buco o chi per essa può aver scelto la Sega come palestra di addestramento.

Difficile dirlo, ovviamente, visto che prima bisognerebbe prendere questi fastidiosi e maldestri fantasmi delle notti lessinie. E pensare che carabinieri e forestale pattugliano in continuazione la zona, che pure isolata non è certo lasciata in balia di se stessa. Ma i ladri hanno tempo da spendere e studiano le parentesi di vuoto prima di intervenire. Di solito, però, più che la refurtiva a costare sono i danni da riparare.

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