Il ritorno del lupo sugli Altpiani Cimbri

L’assessore provinciale all’agricoltura e al turismo Michele Dallapiccola insieme all’esperto della Provincia Claudio Groff hanno tenuto una conferenza informativa sul ritorno del lupo sugli Altipiani Cimbri. Al summit hanno partecipato moltissime persone. «Quella sul lupo è un opinione che spacca, nelle città la maggior parte dei cittadini è favorevole alla sua presenza, nelle valli ed in montagna succede il contrario», ha esordito Dallapiccola.

L’assessore ha illustrato come la Provincia abbia le mani legate, come la legge debba essere modificata dal Parlamento e di come il ministro dell’ambiente non abbia finora ascoltato il grido d’allarme di molte regioni alpine. «Chiediamo autonomia nel controllo del lupo», ha detto Dallapiccola. Groff ha spiegato come l’ambiente negli anni si sia modificato con la crescita esponenziale del bosco e l’aumento consistente della fauna, ungulati in particolare. «Sull’altopiano sono stati accertati due branchi, uno è quello del Pasubio-Vallarsa-Terragnolo- Folgaria e l’altro quello di Asiago-Vezzena, entrambi composti da sei elementi. Il lupo è un animale territoriale, difende la sua area di caccia, ed è protetto. In questa fase non è più in via di estinzione, ma la sua crescita va gestita».

Molta curiosità tra i presenti. Tema molto attuale quello della presenza del lupo. Per prevenire l’uccisione di ovini e bovini al pascolo tre sono le strategie da adottare: recinti elettrificati, presenza del pastore, presenza di cani da guardania. Ma la preoccupazione negli agricoltori sale. Si pensa alla prossima estate, quando tutte le malghe degli altipiani ospiteranno le mucche e le pecore in alpeggio. Il lupo rappresenta un pericolo per l’uomo? «Da duecento anni in Europa non si registrano aggressioni», ha concluso Groff.

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