La messa aumentata vince la sfida

Parlando in termini economici anche le funzioni religiose possono essere business, in questo caso sociale. E, non a caso, un progetto di Chiesa può essere ambito come uno spettacolo di cassetta anche se soldi non ne girano. Ecco dunque che dopo aver proposto, per la prima volta, la «Messa aumentata» nel Duomo di Trento, il gruppo di associazioni e cooperative sociali coordinato da Patrizia Pace si è trovato per le mani proprio un affare. Di quelli che arricchiscono la comunità da un punto di vista spirituale e culturale ma, come detto, non certo di portafoglio. Perché l’idea è piaciuta a tal punto che tante parrocchie hanno chiesto la partecipazione nelle chiese di riferimento.

Domenica, nella chiesa di Santo Stefano a Mori, si sono trovate centinaia di persone per condividere la funzione, celebrata dal cappellanno don Lorenzo Iori, animata da quindici associazioni e cooperative che operano con i diversamente abili. Un successo senza precedenti che premia la voglia di inclusione "dal basso". 

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