Ala, calci e pugni al capotrento e la corsa viene soppressa

Ormai sembra un bollettino di guerra: autobus, corriere e treni sono terra di nessuno. Detta così può sembrare il Far West ma se in questo caso non ci sono feriti gravi quanto successo ieri mattina ad Ala è comunque grave. Perché a rimetterci, come troppo spesso ultimamente, sono stati due operatori del trasporto pubblico, il capotreno e il macchinista del Regionale 10970 da Verona a Bolzano.

La lite scoppiata a bordo ha come protagonisti due cittadini stranieri, passeggeri sprovvisti del biglietto che pretendevano di raggiungere il Brennero. Dai controlli e dall’invito a scendere alla stazione di Ala si è passati a calci e pugni con conseguenze pesanti per gli altri viaggiatori. I due dipendenti di Trenitalia, infatti, sono rimasti feriti. Nulla di grave, per carità, ma lesioni sufficienti per farsi vedere e medicare al pronto soccorso e, quindi, abbandonare il treno. La corsa, dunque, è stata soppressa e i passeggeri sono stati costretti a scendere ed attendere il convoglio successivo. 

A far scattare l’ira dei due stranieri - che hanno il pass per viaggiare gratis in Italia ma solo su determinate tratte, in questo caso da Verona fino a Borghetto - è stato il rifiuto del capotreno di far continuare loro la corsa fino al confine di Stato dove, per altro, il Regionale non arrivava visto che il capolinea era Bolzano. Ma i profughi non hanno voluto sentire ragioni, la loro meta era il Brennero, zona caldissima in questi giorni con l’esercito austriaco schierato per evitare immigrati clandestini.

I due, come detto, sono saliti alla stazione di Verona Porta Nuova alle 8 di ieri mattina. Un’ora più tardi, poco prima di arrivare ad Ala, il capotreno ha abbandonato la cabina in testa al terno per il rituale controllo dei biglietti. Quando si è imbattuto nei due richiedenti asilo e ha verificato che il tagliando prevedeva la fermata a Borghetto ha contestato loro il fine corsa ed è scoppiato il parapiglia. Sono volate parole grosse ma all’esplicito invito di alzarsi dal sedile e scendere all’imminente fermata alense uno dei due bellimbusti non ha voluto sentire ragioni ed ha rifilato un calcio in pancia al malcapitato ferroviere (che, per la cronaca, agisce pure nelle vesti di pubblico ufficiale e quindi, in caso di aggressione, chi colpisce può essere arrestato, se preso ovviamente). 

Le grida degli altri passeggeri hanno richiamato l’attenzione del macchinista che, nel frattempo, aveva fermato il Regionale in stazione. È così andato in soccorso al collega ma ha ricevuto una serie di cazzotti al corpo. La lite, comunque, è durata pochi minuti e i due stranieri, temendo l’arrivo delle forze dell’ordine allertate dai viaggiatori con il cellulare, sono saltati giù dal treno e se la sono data a gambe.

I due ferrovieri, come detto, sono stati medicati all’ospedale Santa Maria del Carmine (nulla di grave, per fortuna) ma il convoglio è stato costretto a rimanere parcheggiato in stazione ad Ala perché sprovvisto di personale.
L’aggressione di ieri mattina, che stavolta ha irritato perfino passeggeri solitamente placidi, è l’ennesimo episodio di violenza a bordo dei mezzi pubblici. E a farne le spese sono sempre gli operatori di Trenitalia o, più spesso dalle nostre parti, di Trentino Trasporti. Il mestiere di ferrotramviere, insomma, è diventato assai rischioso e i sindacati, da tempo ormai, invocano controlli più capillari a bordo e la presenza costante di forze dell’ordine.

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