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Analisi e veleni a Trento Nord, il Comitato: «Chiaro che lì il bypass non si può fare»

Con 98 sforamenti dei limiti, registrati nei 12 piezometri, in dubbio il cantiere. Ma poi ci sono contraddizioni in ogni aspetto tecnico: per questo i No Tav saranno in piazza il 20 aprile con una nuova manifestazione

di Franco Gottardi

TRENTO. «Dati e spiegazioni ci dicono che di lì con il bypass ferroviario non si può passare e che l'operazione mette in forte pericolo la città». La sintesi dei ragionamenti dei comitati che si battono per fermare il progetto la fa Elio Bonfanti nel corso di una conferenza stampa in cui No Tav e Rete dei Cittadini ribadiscono i motivi della loro diffidenza e tornano a chiamare i cittadini di Trento alla mobilitazione per bloccare l'opera. «Inquinamento allarmante».

Gli ultimi dati pubblicati dall'Agenzia per l'Ambiente tracciano un quadro a tinte fosche della situazione della falda a valle di ex Sloi e ex Carbochimica.  C'è un diffuso inquinamento da idrocarburi ma anche tracce di piombo dietile e trietile all'interno dell'area Sequenza. Una situazione in gran parte conosciuta ma secondo Gianfranco Poliandri, esperto di diritto ambientale, i 98 sforamenti rispetto ai limiti di legge rilevati dai 12 piezometri fissi disseminati nella zona a valle di Trento Nord non dicono tutto. «Non si deve solo fare riferimento ai limiti - sostiene - e se non stiamo a guardare le tabelle gli inquinamenti rilevabili diventano 532, nonostante molte analisi nel corso degli anni siano state interrotte».

Bonfanti critica l'approccio urbanistico inaugurato dal Comune nel 2019, con lo spacchettamento delle aree di Trento Nord e la cancellazione dell'obbligo di bonifica complessiva prima di poter metter mano a un singolo comparto: «Ora con i dati rilevati nell'area Sequenza ci dovrà essere un provvedimento del Ministero dell'Ambiente che dovrà con ogni probabilità obbligare a realizzare anche lì, a valle della Sloi, una barriera idraulica; e certamente dovrà essere rivista la previsione di progetto di fare lì sopra il vaglio dei terreni di scavo del bypass».

«Non è una barriera idraulica». Una delle novità emerse dagli ultimi incontri dell'Osservatorio per la sicurezza ambientale è l'intenzione di sostituire e adeguare la barriera idraulica costruita nel 2001 a valle dell'ex Carbochinmica e affidata in gestione al Consorzio dei proprietari. Paolo Zadra, per la Rete dei Cittadini, da ingegnere stronca la gestione fatta per decenni e plaude al Comitato per la mobilità sostenibile per aver sollevato il problema. «L'impianto esistente - sbotta - non può essere definito una barriera idraulica perché manca la base progettuale stessa. Una progettazione a regola d'arte dovrebbe prevedere un fronte di pozzi a barriera della falda che la intercetti convogliandola nel depuratore e restituendo poi il refluo. Qui invece risulta essere attivo un solo pozzo di estrazione sui tre esistenti».

Zadra cita come esempi di vera barriera idraulica quelle installate per bonificare le acque di altri siti di interesse nazionale, come Massa Carrara o la zona Falcata di Messina. «Quello costruito più di vent'anni fa a Trento può essere considerato al massimo un impianto pilota» sostiene. E chiede il conforto di un parere tecnico terzo, magari da parte del suo Ordine professionale, quello degli ingegneri.

Scalo Filzi. La notizia dell'imminente pubblicazione degli ultimi dati sulle condizioni della falda, raccolti dai sei piezometri installati all'interno dello Scalo Filzi è salutata con un ironico "finalmente" dai comitati, con Poliandri che viste le condizioni poco più a monte non crede possibile che quei dati potranno essere rassicuranti. C'è molta curiosità per quei risultati, e scetticismo sulle valutazioni positive relative alle analisi derivanti dai carotaggi dei terreni, che hanno riscontrato solo tre sforamenti puntuali rispetto alla tabella B.

Bonfanti ribadisce che la tabella di riferimento, se la destinazione futura di quell'area è realizzare un parco sopra la ferrovia, dovrebbe essere la più restrittiva A e in quel caso gli sforamenti rilevati sarebbero molti di più.Il presidente della circoscrizione Centro storico Claudio Geat teme che i carotaggi siano oltretutto stati effettuati senza indagare abbastanza l'area dove si scaverà il grande "vascone" che dovrà ospitare la stazione provvisoria. E trova sorprendente la risposta data dal governatore Maurizio Fugatti a un'interrogazione della consigliera verde Lucia Coppola sui timori dell'effetto diga che si creerà lungo il tracciato in trincea nei confronti della falda: «Nonostante la prescrizione che imponeva di indicare una soluzione già in fase progettuale - dice Geat - Fugatti risponde candidamente che solo ora si stanno facendo gli studi per individuarne una. Mi chiedo a questo punto chi ha firmato il contratto dei lavori in carenza di una prescrizione così importante».

In piazza sabato 20 aprile. Per tutti questi motivi i comitati chiamano nuovamente la popolazione in piazza per una manifestazione programmata per il 20 aprile prossimo. Un corteo a suon di musica che salirà da piazza Cantore verso il Ponte di Nassiryia e tornerà indietro lungo via Brennero. «Dimostriamo - esortano gli organizzatori - che siamo una città che ragiona e non si fa irretire dai 4 soldi messi sul tavolo da Rfi».

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