Trento / Il caso

Il Cinema Roma per ora resta acceso: l’affitto è scaduto a Pasqua, ma si attende l’esito dei ricorsi

La programmazione prosegue mentre spunta anche la richiesta di far valere un diritto di prelazione sulla vendita dell’immobile prima di trasformarlo. Sì alla proposta di cercare altri spazi da utilizzare come sala cinematografica: «Ma non deve essere per forza alternativa, è mancato l’Astra e lo spazio di mercato c’è»

IL TITOLARE Cinema Roma, Lazzeri pronto per una replica 
IL PARERE Cinema Roma, la Soprintendenza: «Non è degno di tutela» 
IL SOSTEGNO Le firme per non far chiudere il Cinema Roma 

di Franco Gottardi

TRENTO. Nel giorno in cui avrebbe dovuto lasciare l'edificio di corso III Novembre il Cinema Nuovo Roma ha offerto al pubblico dei giovanissimi tre proiezioni di Kung Fu Panda 4 e prosegue la programmazione anche in aprile nonostante formalmente avrebbe dovuto spegnere le luci e consegnare le chiavi.

Il contratto di affitto è scaduto il giorno di Pasqua, il 31 marzo, ma i gestori di CineWorld non hanno per il momento nessuna intenzione di gettare la spugna. Anzi, la lotta di resistenza è aperta su più fronti. Dopo aver puntato sul riconoscimento del valore architettonico, culturale e storico dell'immobile adibito a cinema con una doppia istanza motivata indirizzata alla Soprintendenza per i beni culturali e architettonici,

Massimo Lazzeri, il patron dell'offerta cinematografica cittadina, si rivolge alla giustizia civile esibendo un diritto di prelazione in caso di vendita. Il sospetto è che dietro alla richiesta dei proprietari di abbattere e ricostruire il palazzo realizzando 120 posti auto interrati e 14 appartamenti ci sia l'accordo preventivo con una società immobiliare che acquisirebbe il pacchetto per poi realizzare concretamente l'intervento. Insomma si seguono tutte le strade legali possibili per tentare di salvare il Cinema Roma e la sua storia.

Dopodiché se i tentativi e l'ampia solidarietà raccolta dalla cittadinanza con le oltre 16.000 firme su Change.org non dovessero bastare a salvare il Roma si percorrerà comunque la strada della ricerca di un immobile alternativo, perché offerta e domanda di cinema ci sono e chiudere una sala da oltre 400 posti sarebbe un gran peccato. «Ho apprezzato molto la disponibilità data nell'incontro avuto in commissione dall'assessora Gerosa a cercare soluzioni, anche perché faccio presente che già da qualche anno la città è orfana del cinema Astra che dava un servizio alla città soprattutto per quanto riguarda il cinema d'autore. Anzi io dico che più che un'alternativa si dovrebbe trovare una sala aggiuntiva a quelle esistenti proprio per recuperare questa piena offerta che una città come Trento richiede» dice Lazzeri.

Un progetto per ampliare l'offerta in effetti era stato elaborato e riguardava l'immobile che ospita il Vittoria in via Manci; lì al piano interrato storicamente c'erano i bagni pubblici della città aperti fino al primo dopoguerra e quelli spazi abbandonati Lazzeri tramite la sua società aveva pensato di convertirli in due sale proprio specializzate nel cinema d'autore. La richiesta di contributo pubblico inoltrata in Provincia però non è andata a buon fine per mancanza di fondi e per adesso l'idea è rimasta incompiuta.

Altri spazi adattabili alle proiezioni comunque ce ne sono è l'occhio sarebbe già caduto su una proprietà di Patrimonio del Trentino. Se son rose fioriranno e secondo l'esercente cinematografico sarebbe comunque un'idea da perseguire a prescindere dal successo dei ricorsi per salvare il Nuovo Roma. «Il mercato - spiega Lazzeri - sforna 4 o 5 nuovi film alla settimana e io oggi faccio fatica a trovare spazio per tutti. E anche il pubblico c'è, soprattutto nelle città dove con un mix tra pellicole commerciali e d'autore i risultati non mancano e le sale si riempiono bene».

Tutto questo in un periodo che segna la transizione e alla vigilia di un'estate che si preannuncia un po' più povera rispetto al passato; nei prossimi mesi infatti verrà al pettine il nodo degli scioperi degli artisti di Hollywood che l'anno scorso hanno a lungo bloccato le nuove produzioni.Un nuovo boom è atteso per il 2025. Se Trento sarà attrezzata per raccogliere l'offerta crescente dipenderà dalle decisioni della giustizia e della politica.

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