Trento / La reazione

Cinema Roma, il titolare Lazzeri pronto per una replica: «Non è detta l’ultima parola»

Dopo il parere negativo della Soprintendenza, la battaglia per salvare la struttura continua: il gestore resta in cerca di una soluzione con i proprietari e rivendica il valore collettivo. «Nei documenti è scritto che il cinema è centrale, frequentato e socialmente utile, dovrebbe essere tutelato»

IL PARERE Cinema Roma, la Soprintendenza: «Non è degno di tutela» 
IL SOSTEGNO Le firme per non far chiudere il Cinema Roma 
L'APPELLO Trento rischia di perdere il Cinema Roma, lanciata una petizione 

di Matteo Lunelli

TRENTO. Non vuole mollare. Non ha intenzione di arrendersi. E la speranza è che non sia ancora detta l'ultima parola. A chiedergli di non alzare bandiera bianca sono davvero in tantissimi, un'intera città potremmo dire. Massimo Lazzeri, titolare di CineWorld Trento che comprende le sale del Modena, del Vittoria ed anche quella del Roma, ha letto con grande attenzione il parere della Soprintendenza per i beni e le attività culturali rispetto alla presenza di elementi degni di tutela del Cinema Roma di corso Tre Novembre:

«Per quanto riguarda la parte architettonica non si sono sorprese, sapevamo che una serie di presupposti non c'erano, perché l'immobile nel 1978 era stato raso al suolo e ricostruito, e solo la parte dell'entrata e dell'atrio avrebbero potuto avere un pregio da quel punto di vista. Diversamente per quanto riguarda la parte in cui il soprintendente Franco Marzatico mette nero su bianco che esistono caratteristiche come la vicinanza al centro storico, l'alta frequentazione del cinema in termini numerici e il ruolo di promozione culturale per la città, ci riserviamo di replicare. Quel passaggio è indicativo, si dice che il cinema ha una serie di utilità».

Lazzeri spera di riuscire a fare leva proprio su quelle frasi, senza dimenticare l'appoggio che sta ricevendo in queste settimane: «Il sostegno è incredibile. Ci sono le 16 mila firme raccolte dalla petizione online, ma ci sono soprattutto gli episodi quotidiani: persone che mi fermano, chiedono, si informano e portano la loro speranza. Ed è venuto anche un bambino, che ci ha portato dei disegni con i cuoricini e le scritte "Forza Roma", ma non in senso calcistico. Poi abbiamo la consapevolezza che il cinema sta andando molto bene, pur in una città che soffre per la mancanza dell'Astra. Eravamo un bel sistema, con un bel mix di proposte tra pellicole d'autore e quelle più commerciali. Dopo la chiusura dell'Astra servirebbe una struttura nuova per rispondere alla domanda e per un'offerta ancora migliore».

Ma la situazione attuale dice altro: oltre all'Astra anche il Roma rischia. Per la struttura i proprietari pensano a oltre 120 posti auto progettati in una zona affamata di parcheggi e 12 appartamenti da mettere sul mercato. Vista la zona basta fare qualche moltiplicazione per capire quanto il prezzo per un acquisto dei muri possa rischiare di essere proibitivo per chiunque. «Noi eravamo disponibili almeno a parlarne e confrontarci, ma non ci siamo mai seduti intorno a un tavolo. Resta sul piatto, nonostante il parere della Soprintendenza, la direttiva del ministro Franceschini sulla tutela dei cinema storici, che riguarda quelli antecedenti al 1980. Una interpretazione di quella regola potrebbe lasciarci una speranza per il futuro. In ogni caso una risposta da parte nostra ci sarà, ora valuteremo tempi e modi. Vedremo nei prossimi giorni».

A livello tecnico la Commissione edilizia del Comune, con in mano il parere della Soprintendenza, è chiamata a decidere sul progetto. Soppesando le carte e i poteri della Commissione, non sembrano esserci elementi che possano impedirne l'approvazione. Ma, come detto, qualche altro appiglio per salvare il cinema c'è ancora (dalla direttiva Franceschini alla "sollevazione" popolare). E Lazzeri proverà a non arrendersi.

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