Grandi predatori/La situazione

I lupi alle porte di Trento: tre branchi tra Meano, Argentario, Cimirlo e Bondone

L’esperto Ferraro: «Areale di 200 chilometri fino alla val di Cembra. Inutile eradicarli, ne arriverebbero altri». L’assessora Casonato: «Confronto con Dolomiti Ambiente per migliorare la raccolta dell’umido»

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I NUMERI In Trentino i lupi sono oltre 200

di Fabio Peterlongo

TRENTO. Sono tre i branchi di lupo presenti nel territorio di Trento. Uno si trova in zona Argentario-Meano e conterebbe 8 esemplari. Il secondo è presente in zona Marzola-Cimirlo, anch'esso di 8 esemplari. Un terzo branco si collocherebbe sul Bondone, ma potrebbe scendere fino a Ravina-Romagnano.

È però interessante che quest'ultimo branco, presente da tre anni, non sia mai stato percepito dalla popolazione. Ciò conferma come il lupo sia in generale un animale che rifugge l'essere umano, tranne i casi rari di lupi confidenti che si abituano a trovare cibo nei pressi delle attività umane. E sarebbe stato questo il caso di Meano, dove di recente sono state rinvenute due pecore sbranate.

È questo lo scenario delineato nella seduta della commissione comunale ambiente a cui hanno partecipato alcuni esperti e zoologi del Muse. Enrico Ferraro, tecnico faunistico dell'Associazione Cacciatori, suggerisce come non esistano scenari di "invasione" da parte dei lupi, la cui presenza è però ormai un fatto: «Quando si indicano i lupi "di Meano" non bisogna dimenticare che l'areale del branco in realtà va fino alla Val di Cembra, per circa 200 chilometri quadri - ha precisato Ferraro - Chi ipotizza soluzioni come l'eradicazione del branco non sa che immediatamente, nel giro di un anno, l'areale sarebbe occupato da un altro branco».

Il dato numerico non va però sottovalutato: «In tre anni il numero di lupi in Trentino è triplicato, è una dinamica che continuerà. Servirà monitoraggio». Si sono indicate le responsabilità dell'amministrazione provinciale, titolare della gestione dei carnivori: «In Trentino non è stato radiocollarato un solo lupo ed è venuta a mancare la comunicazione, dalla Provincia c'è stato un silenzio assoluto negli ultimi cinque anni», ha detto Ferraro.

La presidente della Circoscrizione Meano, Giulia Bortolotti, stempera: «Da noi, nessuna psicosi né richieste di abbattimenti - ha precisato - Anzi abbiamo chiesto razionalità e una comunicazione fatta attraverso i canali ufficiali, non ci si può affidare alle chiacchiere di paese e ai messaggi allarmistici diffusi sui social-network». Su questo è intervenuto il consigliere Alessandro Saltori (Lega), residente a Meano, che ha diffuso sui social il messaggio che riportava la presenza dei lupi destando qualche reazione sopra le righe: «Rivendico quel messaggio, - ha detto Saltori - Era necessario fare informazione. Ora sollecitiamo la Provincia ad adottare la giusta comunicazione».

Per gli esperti la sicurezza si ottiene con le buone pratiche: è necessario evitare di lasciare cibo nei pressi dei boschi ed è fondamentale tenere i cani al guinzaglio e mai liberi. L'assessora alla transizione verde Giulia Casonato si è impegnata ad intervenire: «Apriremo un tavolo con la Provincia appena la giunta sarà operativa e vorrà partecipare - ha indicato - E ci confronteremo con Dolomiti Ambiente per migliorare la raccolta dell'umido magari con cassonetti più piccoli o raccolta più frequente».

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