Commercio / La storia

La Dolciumi Filippi abbassa la serranda dopo 91 anni: addio allo storico negozio della Bolghera

I tanti ricordi di Marco Filippi: «Ai trentini piaceva tanto fare dolci regali». Quella volta che Giulio Andreotti lo nominò come «modello per l’Italia». In autunno arriverà l’emporio di comunità Edera

PANIFICIO Chiude Zambanini, il chiosco del pane in piazza Vittoria 
ROVERETO Nuove chiusure in centro: è fuga da corso Rosmini 
OSTACOLI La musica si spegne: chiude Delmarco, vittima dell’e-commerce 
INCHIESTA Negozi in Trentino vivono un'agonia: oltre 600 quelli persi 
L'ANALISI L’Alto Garda resiste ma la zona della Valsugana è in crisi

di Roberto Franceschini

TRENTODopo 91 anni di attività, per la "Dolciumi Filippi 1932" ieri è stato l'ultimo giorno. Grande la commozione per una giornata speciale per l'intero quartiere della Bolghera, dato che la Dolciumi Filippi è entrata nel cuore dei trentini per quei dolciumi dal sapore unico e inconfondibile, con un assortimento di dolci, cioccolatini, torroni, caramelle ed un ricchissimo reparto di bomboniere.

Il negozio, inteso come edificio situato in via Pasubio 22/1, poco distante dall'ospedale Santa Chiara, ha una storia del tutto particolare se non unica nel panorama dell'edilizia popolare del dopoguerra. Da una geniale intuizione del geometra Ferruccio Toller, la casa fu costruita in solo 20 giorni impegnando solo 13 maestranze, che dal 15 luglio al 5 agosto 1949 realizzarono questa casa con una tecnica, per quei tempi, a dir poco rivoluzionaria.

A moduli in cemento armato con uno speciale sistema di raccordi nelle nervature che consentirono questo miracolo, tanto da ottenere un plauso dall'allora onorevole Giulio Andreotti, in visita a Trento il 7 agosto dello stesso anno in occasione della 2ª Fiera di Trento. «Un modello», affermò il politico, «da importare in tutta la nazione impegnata com'era nella ricostruzione dopo il tragico conflitto bellico».

Ed è quindi con un certo orgoglio che Marco Filippi, classe 1945, ci mostra gli articoli dei giornale di allora, nel regno delle dolci prelibatezze che ha condiviso per oltre 60 anni con la moglie Giovanna Lunel "Gianna" e con la storica dipendente Olivia Cestari, al loro fianco da oltre 28 anni. Oltre mille i prodotti messi in vendita in questi lunghi (e dolci) anni di storia, da scegliere con una ricca varietà di oltre 180 qualità di cioccolatini, per un buon 60% al gusto latte con innumerevoli gusti di ripieni ed il restante 40% al cioccolato fondente, mentre tra le caramelle si poteva scegliere tra più di 100 gusti diversi.

E nel mentre ammiriamo gli ordinatissimi e colorati scaffali con tutti i prodotti che ci ingolosiscono non poco ci confessa alcuni segreti.

«Ai trentini piace far regali, anzi dei dolci regali, specialmente le eleganti confezioni di cioccolatini in scatola, quale segno di riconoscenza per un favore o una gentilezza ottenuta».

Il cioccolato migliore?

«Sicuramente non il decantato "Made in Svizzera" perché in Italia si producono delle eccellenze riconosciute a livello internazionale, tanto che è doveroso ricordare la storica ditta Majani, fondata nel 1796, in una piccola bottega nella Bologna appena annessa alla Repubblica Cispadana occupata dalle truppe napoleoniche, da Teresina Majani capostipite della più antica famiglia di cioccolatieri. Ottima comunque anche la produzione belga, per non essere proprio di parte».

Ma quanti clienti ha visto entrare in negozio in tutti questi anni? «Moltissimi dipendenti del vicino nosocomio cittadino, di famigliari in visita ai congiunti ricoverati, una infinita di coppie da sposi in ricerca della bomboniera più originale e l'allora bambina, oggi l'affermata attrice Francesca Neri, che abitava con i genitori in questo quartiere, oltremodo golosa delle "nougatine": un croccante di nocciola caramellato ricoperto di cioccolato extra-fondente».

Per quanti anni ancora intende addolcire gli affezionati clienti?

«Di sicuro ancora a lungo se la salute me lo permetterà, perché questo lavoro mi dona delle grandi soddisfazioni, mi diverte assai e mi consente di dialogare con i clienti, oserei dire miei amici e confrontarmi con loro su tutti i temi e le novità della vita. Che si può quindi aver di più? Ed allora avanti senza alcun rimpianto!».

Una attività iniziata a cavallo dei due conflitti bellici, nel 1932 dal padre Francesco in un negozietto in via del Suffragio, poi trasferito nel quartiere di San Martino e quindi in via Pasubio. L'ultima immagine, prima di uscire dal negozio, è per una fotografia appesa in negozio, con babbo Francesco e mamma Alda Pegoretti, assieme alle 8 sorelle Maria Teresa, Lucia, Clara, Fernanda, Maria Luisa, Cristina, Rosanna, Elia ed i 3 fratelli Paolo, Giuliano e Camillo e con il dodicesimo figlio, l'allora giovane Marco Filippi, che non finisce di stupirci e di rendere, è proprio il caso di dire, così dolcissimo questo incontro nel giorno della chiusura definitiva. In autunno arriverà l'emporio solidale «Edera».

comments powered by Disqus