Ambiente / Il caso

Sloi e bypass: la Camera chiede di accelerare con l'analisi di rischio

Approvata all'unanimità una raccomandazione presentata dall'onorevole Sara Ferrari che impegna il governo a trasferire «con la massima urgenza» quei due milioni, «al fine di provvedere alla caratterizzazione ambientale e all'analisi di rischio dell'area ricompresa tra la ex Sloi e la ex Carbochimica»

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di Chiara Zomer

TRENTO. Era diventato un balletto sul numero di prelievi che andavano fatti sotto quei binari: sei in due chilometri secondo Rfi, decisamente di più per Comune di Trento e Appa, mentre i comitati invocavano un piano di caratterizzazione con analisi di rischio. Ecco, la mettere un punto è stato il Parlamento: la Camera ha approvato all'unanimità una raccomandazione presentata dall'onorevole Sara Ferrari che impegna il governo a trasferire «con la massima urgenza» quei due milioni, «al fine di provvedere alla caratterizzazione ambientale e all'analisi di rischio dell'area ricompresa tra la ex Sloi e la ex Carbochimica».

Si impegna inoltre il governo «ad intensificare le interlocuzioni tra ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica, la Provincia e il Comune di Trento al fine di definire celermente il percorso migliore per giungere alla bonifica integrale del Sin, valutando la percorribilità dell'esproprio per ragioni di interesse pubblico e la possibilità di reperire finanziamenti statali ed europei per la bonifica». Inoltre si impegna il Governo «ad assicurare che Rfi garantisca il massimo rispetto per le esigenze di cittadini e agricoltori nella fase della cantierizzazione dell'opera, in particolare agli imbocchi della galleria».

A fare notizia, è il tema delle indagini sul sottosuolo e i motivi sono noti: nel terreno della Carbochimica ci sono idrocarburi, in quelli della ex Sloi piombo tetraetile. I binari corrono giusto lì in mezzo e formalmente quel sedime non appartiene a nessuno dei due Sin. Questo per Rfi significa che là sotto non c'è nulla di pericoloso. Per i comitati, questo ottimismo sfida il buon senso. Ecco perché da sempre chiedono analisi sotto i binari. Il presidente della circoscrizione Centro storico Piedicastello Claudio Geat da settimane invoca un piano di caratterizzazione, che è altra cosa, rispetto alla programmata campagna di sei sondaggi sull'intero tracciato (quindi su un quasi due chilometri) interessato dai lavori. Rete dei Cittadini, Comitato No Tav e Comitato mobilità sostenibile da tempo chiedono più verifiche, circa ciò che c'è nel sottosuolo a Trento nord.

Ed è di venerdì la notizia che Appa e Comune - per bocca dell'ingegner Giuliano Franzoi e del direttore Enrico Menapace - abbiano chiesto a Rfi di aumentare le verifiche ambientali e di farlo con urgenza. Durante un sopralluogo con Rfi avrebbero trovato disponibilità, ma dall'apertura serve passare alla fase operativa. In fretta, posto che a breve inizieranno le demolizioni.In questo contesto si inserisce l'iniziativa dell'onorevole Sara Ferrari, che nell'ambito della discussione, alla camera dei Deputati, riguardo al Pnrr, ha presentato un ordine del giorno. L'obiettivo era quello di accelerare il trasferimento dei due milioni di euro per le analisi ambientali previsti dall'emendamento alla Finanziaria, approvato dal parlamento a dicembre scorso, sempre su proposta di Ferrari (con la firma della collega della Lega Vanessa Cattoi).

L'ordine del giorno - approvato tuttavia come risoluzione - riprende, tra l'altro, la risoluzione approvata all'unanimità dal consiglio provinciale, di qualche mese fa. Alla richiesta di un piano di caratterizzazione con analisi di rischio, Ferrari ora ha aggiunta l'impegno al Governo perché si intensifichino le interlocuzioni tra governo, Provincia e Ministero, in vista della bonifica. La palla, ora, passa a piazza Dante: è lei il soggetto identificato per il trasferimento dei due milioni di euro, ed è quindi lei che deve fare - attraverso Appa o pretendendolo da Rfi - il piano di caratterizzazione. Che non è, appunto, sei carotaggi su due chilometri di tracciato.

Da qui la soddisfazione del comitato No Tav: «Siamo contenti che si metta fine alla discussione su quanti sondaggi servono: non 6 o 12, ma un piano di caratterizzazione di tutte le aree tra Carbochimica e Sloi, di proprietà di Rfi. Ora la Provincia proceda - osserva Elio Bonfanti - Inoltre è un bene che esca la questione della bonifica totale, perché sia dai proprietari, ma anche dal sindaco, si iniziava a parlare di messa in sicurezza invece che bonifica totale. Che significa fare un sarcofago. Non abbiamo aspettato 50 anni per mettere i veleni sotto al tappeto».

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