Arcchitettura / Il caso

La «Nave» di Meano, il Comune non ha «dormito», e non ha dato nessun «silenzio assenso» ma ha annullato la licenza edilizia. Però poi Fugatti ha ribaltato tutto

La Commissione edilizia, visto il parere negativo della Soprintendenza provinciale, ha sospeso la pratica e poi ha ritirato la licenza della signora Dreter Richmonde, proprietaria della storica villa degli anni ‘70. Però la giunta Fugatti ha fatto come come Alessandro Borghese in 4 Ristoranti

DENUNCIA La rabbia dell'Ordine degli Architetti
IL CASO La Soprintendenza dice no, la giunta Fugatti dice sì

MEANO. Diventa un vero caso estivo, la vicenda dell’abbattimento della villa a forma di nave (detta «Arca») alle porte di Meano. Con un ennesimo colpo di scena: il Comune ha ritirato la licenza edilizia per abbattimento e nuova costruzione.

Perché la storia si riassume così: la proprietà vuole abbatterla, l’architetto che l’ha ideata (Gian Leo Salvotti) si oppone, la Soprintendenza dice che va tutelata, la giunta provinciale dà l’ok all’abbattimento, il Comune di Trento dorme e concede la licenza per una nuova edificazione grazie al suo «silenzio assenso». Ma ora preecisa che la loicenza è ritirata.

Se nei giorni scorsi aveva preso posizione l’Ordine degli Architetti del Trentino annunciando che ormai «l’abbattimento è certo, perché la licenzaè consolidata» (lo diranno nuovamente, con grande dispiacere, venerdì in una conferenza stampa), oggi è Palazzo Thun a mandare un comunicato stampa per riassumere la sua posizione.

«“L’Arca” di Gian Leo Salvotti: l’iter seguito dall’Amministrazione è nel rispetto della normativa vigente.

La Commissione edilizia comunale in febbraio si era espressa a favore della conservazione e della valorizzazione dell’edificio.

L’iter burocratico legato alla richiesta di demolizione dell’edificio situato in località Lamar conosciuto come “l’Arca“ è stato lungo e complesso e ha registrato quale ultimo atto, salvo possibilità di ricorso, la delibera assunta unilateralmente dalla Giunta provinciale lo scorso 15 luglio.

Il percorso di stretta competenza dell’Amministrazione comunale si è caratterizzato tramite passaggi articolati e non limitati al mero “silenzio-assenso”, ben rappresentati dall’intervento della Commissione edilizia che ha definito l’edificio progettato dall’architetto Salvotti testimonianza significativa dell’architettura del secondo Novecento, auspicando l’individuazione di modalità capaci di conservare e valorizzare l’edificio.

Al fine di permettere comunque una dettagliata conoscenza dell’articolata istruttoria ripercorriamo in modo sintetico ma puntuale la successione dei vari passaggi procedurali.

Con domanda presentata in data 31 dicembre 2020 la Signora Dreyer Raymonde ha chiesto il rilascio del permesso di costruire per l’intervento di demolizione con ricostruzione dell’edificio residenziale in p.ed. 916 nel comune catastale di Meano, Strada del Dos di Lamar 1.

Tramite il successivo avvio del procedimento è stato precisato alla richiedente che “il silenzio-assenso non si forma quando, per il rilascio del permesso di costruire, sono necessari provvedimenti o atti di assenso, posti a tutela di vincoli ambientali, paesaggistici o culturali, e quando questi atti non sono stati rilasciati alla data di presentazione della domanda di permesso di costruire. In questo caso l'Amministrazione deve adottare un provvedimento espresso di diniego”.

In seguito la domanda è stata sottoposta alla valutazione della Commissione Edilizia Comunale che, nella seduta del 15 febbraio 2021 al punto n. 7 del relativo verbale ne ha sospeso la trattazione esprimendo il parere testualmente riportato in seguito: “La Commissione edilizia, per gli aspetti di propria competenza, esprime profondo rammarico nell'apprendere che il progetto proposto prevede la demolizione di una delle ville unifamiliari, realizzate tra gli anni '60 e '70 dall'architetto Gianleo Salvotti, in quanto detti edifici rappresentano una testimonianza particolarmente significativa dell'architettura del secondo Novecento nel Trentino. Infatti, nei progetti per le ville, tutte estremamente caratterizzate dal punto di vista figurativo, Gian Leo Salvotti ha espresso in modo chiaro il proprio concetto di architettura come opera d'arte, pensata per un contesto specifico ma capace di travalicare il luogo ed assumere valore fortemente simbolico. Tra queste opere, la villa detta "L'Arca" realizzata a Meano nel 1971, costituisce un esempio perfettamente riconoscibile e ancora conservato nelle sue forme originali, diversamente da quanto è successo ad altri progetti realizzati in quel periodo. La Villa di Meano appare come una grande nave incagliata nel Dos di Lamar, come l'Arca nel monte Ararat, ed è espressione di un simbolismo assoluto e del personale "plasticismo razionalista" dell'autore. Questi aspetti, secondo il parere della Commissione, rendono la Villa di Meano meritevole di essere salvaguardata come una delle testimonianze che, assieme a poche altre, rappresentano una fase importante e significativa delle sperimentazioni progettuali che hanno contribuito allo sviluppo dell'identità culturale dell'architettura trentina contemporanea. In tale contesto, pur comprendendo le legittime aspettative da parte del soggetto privato, la Commissione edilizia ritiene necessario che l'Amministrazione intraprenda idonee iniziative al fine di verificare la possibilità di mantenere ma anche valorizzare l'edificio in progetto. In attesa di comprendere se vi sia la possibilità di addivenire ad una soluzione che consenta una rivisitazione conservativa della proposta progettuale, la Commissione rileva comunque la necessità di alcuni approfondimenti in merito all'utilizzo dei materiali proposti per il nuovo edificio, anche a mezzo di alcune viste renderizzate con foto inserimento. Sarà inoltre necessario estendere le sezioni ed i prospetti oltre i limiti di proprietà al fine di valutare il corretto inserimento del nuovo edificio nel contesto circostante. La Commissione edilizia sospende la pratica e rimane in attesa di quanto richiesto” .

Con nota di data 6 maggio 2021, trasmessa per conoscenza al Comune, la Soprintendenza per i beni Culturali, da riscontro ad una mail del progettista confermando che l'architetto Gian Leo Salvotti in data 8 aprile 2021 ha inoltrato al Ministero della Cultura, competente in materia, e alla scrivente Soprintendenza per i beni culturali della Provincia autonoma di Trento la richiesta di riconoscimento dell’importante carattere artistico chiedendo di poter eseguire un sopralluogo al fine di acquisire informazioni volte a valutazioni in merito alla sussistenza dei requisiti ai fini del riconoscimento dell’interesse culturale , considerato che l'opera in oggetto potrebbe costituire una significativa testimonianza sotto il profilo della storia della tecnica e dell’architettura.

Il 23 agosto 2021 il Servizio edilizia privata del Comune chiedeva quindi aggiornamenti alla Soprintendenza sullo stato del procedimento, che potessero incidere sull’istruttoria in capo allo stesso Servizio, segnalando che, essendosi conclusa positivamente l’istruttoria di competenza, trascorsi 15 giorni in assenza di comunicazioni avrebbe concluso il proprio procedimento assentendo alla demolizione dell’edificio in oggetto non rilevando al momento motivi ostativi rispetto a tale intervento.

Con nota del 17 settembre 2021, trasmessa per conoscenza al Comune, la Soprintendenza comunicava quindi l’avvio del procedimento di dichiarazione dell’interesse culturale e pertanto il 29 settembre 2021 il Servizio Edilizia privata provvedeva a comunicare alla richiedente la sospensione dei termini e la richiesta di documentazione (autorizzazione Soprintendenza) dal momento che la comunicazione della Soprintendenza per i beni culturali, di avvio del procedimento di dichiarazione dell’interesse culturale comporta l’immediata applicazione in via cautelare delle norme che vietano di eseguire interventi sui beni culturali senza l’autorizzazione dell’organo di tutela e che implicano l’obbligo di denunciare ogni atto di alienazione.

A seguito quindi della dichiarazione dell’interesse culturale da parte della Soprintendenza, pervenuta per conoscenza al Comune in data 16 marzo 2022, con nota dello scorso 28 marzo è stato annullato il permesso di costruire.

Peccato che poi la giunta Fugatti abbia dato il via libera all'abbattimento ed alla nuova costruzione (si parla di un grande condominio): andando contro il parere della Soprintendenza, della Commissione tecnica provinciale, della Commissione edilizia Comunale e dellòa giunta di Trento.

 

 

 

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