Orsi: albergatori preoccupati, l'Apt no: «Gli stranieri vorrebbero incontrarli»

di Nicola Maschio

L’orso è tornato recentemente a far parlare di sé. Appare, si nasconde, riappare, torna a nascondersi. Sembra una telenovela infinita quella che stanno passando i cittadini montani di Trento, in particolar modo la zona del Bondone. Se ultimamente si sente spesso parlare di «fattore orso» per definire il calo di escursionisti nei sentieri di montagna, non c’è da stupirsi.In primis sono gli albergatori della zona che pagano le «passeggiate» dell’animale anche se, ed è bene sottolinearlo, in un momento storico di crisi come quello che ci stiamo trovando ad affrontare, il calo turistico non può essere imputato esclusivamente ad esso.
 
Tuttavia il problema sussiste, ormai da diverso tempo. Come ci racconta Claudio Gislimberti, titolare dell’Hotel Ancora di Candriai: «Molte persone ci chiedono dell’orso, dalle famiglie ai bambini, dai trentini ai turisti esterni. Spesso dai loro discorsi si intuisce preoccupazione ed insicurezza. Chiaramente gli avvistamenti sono pochi, anche se ognuno di essi causa grande scalpore ogni volta che viene segnalato, ma se non si cerca una soluzione rapida prima o poi potrebbe accadere qualcosa di brutto». Come già accennato in precedenza, la colpa di un calo turistico non può essere attribuita completamente a questi episodi. Lo stesso Claudio ci conferma come ci siano delle volte in cui non riceve prenotazioni per molti giorni e poi tutto d’un tratto vi è un vero e proprio aumento di richieste. È altresì importante capire però che non si può sminuire la questione o addirittura ignorarla completamente.
 
Dal punto di vista turistico ha dato la propria opinione anche Elda Verones, presidentessa dell’Apt: «Non è in dubbio che un animale del genere possa spaventare i visitatori - afferma - tuttavia nei nostri uffici non è arrivata nemmeno una segnalazione inerente a questo problema. È probabile che con gli albergatori possa avvenire un colloquio più “diretto”, ma se i turisti avessero qualche problema dovrebbero segnalarcelo». La presidentessa Verones ci spiega poi che, sulla base dei dati raccolti da un questionario, agli italiani la questione è prevalentemente indifferente, mentre sono gli stranieri che più di tutti vorrebbero incontrare l’orso.
 
La figura che maggiormente però risente della presenza dei quest’ultimo è, a detta di Paolo Prada, presidente degli Operatori Monte Bondone, l’escursionista trentino, che vorrebbe percorrere in sicurezza i percorsi in mezzo alla natura: «Potremmo definire questa complicazione come un “problema locale”. Il turista che sente nominare l’orso una o due volte non si fa prendere dal panico, mentre il cittadino trentino che lo vede più spesso sui quotidiani lo percepisce come una minaccia maggiore. In più, vi è una scorretta gestione del pericolo: occorrerebbe informare i cittadini, istruirli sulle norme di sicurezza, senza mettere cartelli come “Vietato l’accesso ai bambini” nei parchi, perché questo alimenta solo la paura». Paolo infine precisa che, nonostante le prenotazioni siano in rialzo, gli albergatori hanno risentito del periodo non proprio positivo appena trascorso, smentendo quindi le voci di un boom turistico.

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