Fusioni dei Comuni, tutti i progetti: rischiano il taglio 32 municipi

Fusioni di Comuni così incoraggiate da diventare una via quasi obbligata. È questa una delle strade seguite dalla giunta provinciale nel Ddl di riforma istituzionale. Attualmente, di possibili «matrimoni» si parla in  almeno 42 comuni. Ragionamenti che, se andassero in porto, condurrebbero in pochi anni ad averne 32 in menoComunità di valle incostituzionaliL'editoriale di Giovanetti

di Giorgia Cardini

sindaci e comuniFusioni così incoraggiate da diventare una via quasi obbligata. È questa una delle strade seguite dalla giunta provinciale nel Ddl di riforma istituzionale che dovrebbe modificare anche la legge 3 del 2006, rinviata alla Corte costituzionale per sospetta illegittimità della parte relativa alle Comunità di valle.


Attualmente, di possibili «matrimoni» si parla in  almeno 42 comuni. Ragionamenti che, se andassero in porto, condurrebbero in pochi anni ad averne 32 in meno. Da 217 sindaci e consigli comunali si passerebbe insomma a 185 entità municipali. La tentazione unitaria attraversa tutto il Trentino, dalla Valle di Fassa alla Valle di Sole: in Val di Fassa è la Ual a spingere perché i sette comuni divengano uno solo, sulla scorta di un sondaggio che risale al 2007. E a quel punto il Comun General de Fascia (la Comunità) non avrebbe più senso di esistere.


In Primiero, ad avere avviato un ragionamento simile sono Fiera di Primiero, Sagron Mis, Siror, Tonadico e Transacqua, ad alcuni anni di distanza dal fallimento del primo progetto di fusione relativo a solo tre di essi. Si sta occupando di portare avanti l’idea il comitato «Per un Primiero meno diviso».


In Tesino, la data del 1° gennaio 2016 è quella stabilita per portare a compimento la fusione di Castello, Cinte e Pieve: il progetto è a buon punto e i referendum relativi si dovrebbero svolgere a inizio 2015.


In Valsugana, un comitato identificabile nel Pd locale ha avviato nelle scorse settimane un ragionamento simile per unire Bieno, Ivano Fracena, Ospedaletto, Samone, Scurelle, Spera, Strigno e Villa Agnedo. Il nuovo comune avrebbe circa 6.500 abitanti, poco meno del capoluogo Borgo.


La Vigolana è un’altra zona dove da tempo di parla di fusioni: da quattro comuni (Centa S. Nicolò, Vattaro, Bosentino, Vigolo Vattaro si potrebbe passare a uno.


In Valle di Cembra un dialogo era stato avviato anche da Grumes, Grauno e Valda ma ora pare essersi fermato «anche per l’incertezza istituzionale regnante», dice il presidente della Comunità Aurelio Michelon, che mette in dubbio comunque che fusioni si perfezionino ora «che molti sindaci si vogliono ricandidare per le elezioni del 2015».


Di là dall’Adige, dove diversi matrimoni si sono già celebrati (riducendo i comuni da 223 a 217), hanno appena iniziato a parlare di fondersi Tassullo, Tuenno e Nanno mentre da Cavareno, Malosco, Romeno, Ronzone e Sarnonico nascerà il comune di Altanaunia. E nella vicina Valle di Sole sono Dimaro e Monclassico ad avere avviato la prima gestione associata come premessa di un processo di fusione. Infine, si parla anche delle possibili nozze delle turistiche Riva e Arco.

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