La pubblicità sbarca anche all'ospedale

Arriva la pubblicità negli ospedali. L'Azienda sanitaria, nel tentativo di prevedere nuove entrate a bilancio, ha infatti deciso di bandire una gara per la concessione e la gestione di spazi pubblicitari all'interno delle sue strutture. In tutto, si tratta di circa 200 spazi: resteranno esclusi alcuni settori «sensibili», come il pronto soccorso e la rianimazione. E gli inserzionisti avranno molti limiti: no a onoranze funebri, alcol e sexy shop.

di Patrizia Todesco

ospedale santa chiaraDa un po' chi frequenta l'ospedale di Trento, ma anche quello di Rovereto e gli altri di valle, avrà notato qua e là pareti occupate da spazi pubblicitari. L'Azienda sanitaria, nel tentativo di raccogliere qualche centinaia di migliaia di euro per rimpinguare un bilancio sempre più «limato» dalla crisi, ha deciso infatti di bandire una gara per la concessione e la gestione di spazi pubblicitari all'interno delle sue strutture. Una gara da 272 mila euro (54 mila euro all'anno circa) ai quali va aggiunto il 5% del fatturato per le vendite ai singoli inserzionisti che la società che se l'è aggiudicata dovrà girare all'Azienda sanitaria.
Una tendenza, quella ad aprirsi a sponsor e inserzionisti privati, che non riguarda solo l'Azienda trentina ma anche molte altre realtà nazionali. Al concessionario è stata affidata la gestione di circa 200 spazi pubblicitari nei diversi ospedali e ambulatori con una serie di limiti piuttosto restrittivi per quanto riguarda la tipologia degli inserzionisti. Escluse tassativamente, per ragioni di opportunità, le pubblicità di onoranze funebri; prodotti alcolici; sostituti del latte materno, biberon o ciucci; tabacco;  giochi d'azzardo; sexy shop; attività di cartomanzia o magia; armi ed esplosivi, prodotti editoriali vietati ai minori; propaganda politica, religioso o sindacale; prestazioni mediche, case di cura, di riposo o studi medici o di fisioterapia; o comunque ogni altra cosa pregiudizievoli per la salute. Via libera, invece, ad arredamento, telefonia, abbigliamento, ristoranti e molte altre categorie merceologiche.
Vietato inoltre pubblicizzare qualsiasi test per individuare un problema sanitario o un dispositivo per risolverlo. La pubblicità non è però ammessa ovunque. Ci sono degli spazi dove non è stata ritenuta opportuna. Tra questi i locali all'interno del pronto soccorso, la rianimazione, le camere di degenze, le sale operatorie e molti altri reparti ritenuti bisognosi di maggior tutela in quanto frequentati da persone in condizioni di fragilità.
L'Azienda si è riservata inoltre il 10% delle superfici destinate alla pubblicità per la comunicazione istituzionali o per campagne di promozione della salute.
Delle tre società che hanno partecipato alla gara è risultata vincitrice la Rti Co.Ol (Comunicare Oltre srl con sede in via Zanella a Trento e Pubbligamma Srl con sede a Rovereto). Rispetto al canone a base d'asta di 225 mila euro (importo quinquennale) l'aggiudicatario ha presentato un'offerta di 272.765, quindi di quasi 50 mila euro superiore. Da qui l'aggiudicazione e l'avvio, da parte della società, della vendita degli spazi pubblicitari nelle strutture ospedaliere.

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