Blitz in Regione

«Sono in costante contatto col collega di Bolzano, il procuratore Guido Rispoli - ha spiegato oggi il procuratore capo di Trento Giuseppe Amato - e per ora siamo nella fase di comprendere se ci sia un reato e qualora ci fosse, vedremo quale sarà l'autorità giudiziaria competente a procedere». Ieri, intanto, uovo blitz della guardia di finanza nella sede della Regione, in piazza DanteI vostri commenti 

di Marica Viganò

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TRENTO - "L'inchiesta è in una fase del tutto preliminare e c'è una completa sintonia con la Procura di Bolzano". Ad affermarlo è stato il procuratore capo di Trento, Giuseppe Amato, a proposito del fascicolo aperto per abuso d'ufficio, in seguito a un esposto, a proposito delle modalità di esecuzione della legge sui vitalizi d'oro degli ex consiglieri regionali del Trentino Alto Adige-Suedtirol.

 

"Sono in costante contatto col collega di Bolzano, il procuratore Guido Rispoli - ha spiegato Amato - e per ora siamo nella fase di comprendere se ci sia un reato e qualora ci fosse, vedremo quale sarà l'autorità giudiziaria competente a procedere. Per ora siamo all'acquisizione del materiale e all'escussione di testimoni. Non escludo quindi per ora che non ci sia reato. Valuteremo il da farsi e le competenze, tenendo conto che la sede del Consiglio regionale e a Trento, ma che ci sono atti che vengono compiuti a Bolzano". 

 

BLITZ IN REGIONE

 

TRENTO - Nuovo blitz della guardia di finanza nella sede della Regione, in piazza Dante a Trento. Gli uomini del nucleo di polizia tributaria hanno bussato alle porte dell'ufficio di presidenza del consiglio regionale e hanno prelevato tutti i documenti che, lunedì scorso, non erano immediatamente disponibili: i verbali delle sedute, le delibere, i provvedimenti e, soprattutto, la consulenza firmata dal professor Tappeiner, al centro del meccanismo degli anticipi d'oro.

 

L'ipotesi di reato, alla base dell'inchiesta avviata dalla procura di Trento, è di abuso d'ufficio. Dai sindacati, intanto, arriva un appello alla politica: «L'indagine - afferma il leader della Cisl, Pomini - non sia un pretesto per frenare sulla riforma».

 

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