#trentoègiovane, le prospettive di Federico Zappini

#trentoègiovane, le prospettive di Federico Zappini

#Trentoègiovane…e quindi?

 

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Twitter ha rivoluzionato il nostro modo di comunicare. Lo ha fatto nel bene, ovviamente, offrendoci uno strumento innovativo ed efficace. Ci raggiunge ovunque e garantisce accesso a chiunque. E’ democratico e sviluppa una sana partecipazione, insomma. Ci ha anche privato, però, dell’abitudine di allargare il nostro sguardo oltre i pochi secondi che utilizziamo per digitare. Possibilmente in fretta, perché il tempismo è tutto nel web, ancor più del ragionamento e dell’approfondimento. Ancor più delle idee.
Ne é un esempio l’hashtag lanciato dal giornale l’Adige nei giorni scorsi: #Trentoègiovane. Frase chiusa e al tempo presente in nome di un approccio “qui ed ora”. #Trentoégiovane…e quindi?
Quando a scontrarsi sono le sensibilità e le percezione del singolo quello in cui ci troviamo è un terreno minato. Frutto degli sbalzi di umore dovuti a ciò vediamo attorno a noi (sempre attraverso uno sguardo estremamente soggettivo e identitario) non ci permette di essere obiettivi, ma ci fa descrive le situazioni che incrociamo per iperboli. “Città morta” o “città deserto”, “bronx” o “emergenza degrado” sono tutte espressioni figlie di questo clima che tende ad ingigantire tutto, in nome di un bisogno continuo di alzare i toni. In questa direzione, neppure i giornali locali si sottraggono al gioco, con prime pagine e articoli spesso urlati. Dobbiamo provare ad uscire da questo schema.

Serve un campo comune, nel quale nessuna delle parti in causa si senta in svantaggio, e serve la pazienza del confronto, laddove fino ad ora non c’è stato e prevalgono le posizioni pregiudiziali. Bisogna ricorrere all’arte della mediazione e avere l’ambizione di innovare l’idea di città, intesa come spazio dove diverse visioni trovano spazio e dialogano. Certo, i tempi non sono quelli di un battito di ciglia ma quelli dettati dalla conoscenza quotidiana e continuativa. Bisogna rivolgere un comune impegno per immaginare la città di Trento tra qualche anno, perchè questi sono i ritmi del cambiamento. Lenti e faticosi. E non basta ovviamente immaginare, ma serve darsi qualche obiettivo concreto da perseguire nel breve periodo e qualche buona pratica da rendere abitudine dell’intera comunità.
Perché non scegliere allora l’hashtag #Trentosarà… e utilizzarlo non tanto come slogan di una campagna ma come incipit per gli interventi di una serie di cittadini (giovani e vecchi, uomini o donne, residenti o fuori sede, commercianti, studenti o musicisti) da condividere con il resto della città. Non solo su internet ma in un momento di confronto reale, in cui le persone si vedono e possono capire chi hanno di fronte.
E’ disposto il giornale L’Adige a farsene promotore in tempi brevi? L’amministrazione cittadina e l’Università saranno della partita? Gli studenti – e più in generale la parte più giovane della città – sapranno andare oltre la lamentazione per rendersi protagonisti della Trento di domani e dopodomani? I comitati di residenti avranno la capacità di aggiungere alla denuncia un ruolo di ascolto e proposta? I commercianti saranno pronti a descrivere come pensano la città a loro congeniale? Gli attori culturali cittadini sapranno mettere a disposizione la loro fantasia? Le forze dell’ordine potranno essere interlocutore intelligente e autorevole, e non meri esecutori di questa o quella sanzione?

Questa, a mio modo di vedere, è la sfida. Chi è disposto a raccoglierla?
#Trentosarà… se lo vorremo.

f.

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