Cittadinanza più veloce se ti sposi in Trentino

La procedura si è decisamente snellita: diventare cittadini italiani, per il diritto che si acquisisce attraverso il matrimonio, è più facile. In appena un anno, il Commissariato del governo di Trento ha emesso oltre 550 decreti di ammissione, facendo registrare una decisa accelerazione nei tempi necessari per completare l'iter. Tra i nuovi italiani la parte del leone la fanno gli originari del Marocco, seguiti da Albania, Romania e Moldova. Sono soprattutto le donne a scegliere di avvalersi di questa facoltà

di Luca Nave

La procedura si è decisamente snellita: diventare cittadini italiani, per il diritto che si acquisisce attraverso il matrimonio, è più facile. In appena un anno, il Commissariato del governo di Trento ha emesso oltre 550 decreti di ammissione, facendo registrare una decisa accelerazione nei tempi necessari per completare l'iter. Tra i nuovi italiani la parte del leone la fanno gli originari del Marocco, seguiti da Albania, Romania e Moldova. Sono soprattutto le donne a scegliere di avvalersi di questa facoltà.
Da circa un anno è entrata in vigore la direttiva del Ministro dell'interno del 7 marzo 2012: un documento che ha trasferito ai prefetti, nel caso di Trento dunque al Commissario del governo, la competenza di adottare i provvedimenti di cittadinanza per matrimonio.
Nel giugno del 2012 c'è stato l'effettivo trasferimento, dallo Stato a Trento, di oltre 500 pratiche che erano in giacenza presso il Dipartimento delle libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno.
Da allora, il lavoro che si è svolto nel capoluogo ha prodotto 550 decreti, dunque assorbendo anche nuovi casi rispetto a quelli consegnati da Roma.
La vecchia procedura prevedeva che l'istruttoria della pratica fosse avviata dalla prefettura. Ogni ulteriore attività istruttoria, fino all'amanazione di un decreto di concessione o di rigetto della domanda, spettava invece agli organismi nazionali. Il provvedimento emesso veniva poi inviato tramite il sistema informatico alla prefettura o al commissariato del governo competente. Quest'ultimo era quindi tenuto a convocare il neo cittadino per la consegna del decreto, «previo accertamento della attualità dei requisiti per l'acquisto» ovvero: la condizione di coniugato deve essere posseduta anche al termine della procedura, oltre che all'inizio.
La nuova metodologia prevede dunque che l'attività istruttoria resti in capo a prefetture e commissariati e gli effetti in termini di velocizzazione sono lusinghieri. Per Trento, che si pone al dodicesimo posto tra tutte le prefetture per numero di provvedimenti adottati, l'accelerazione è stimata nel 30 per cento di tempo risparmiato. Un obiettivo raggiunto, dunque, ma gli uffici puntano già al successivo, con l'asticella alzata fino al 50 per cento.
È da dire, come spiegano presso gli uffici del Commissariato di Trento, che un grande lavoro viene svolto per evitare i matrimoni fittizi. Le regole sono stringenti: è necessario essere sposati da almeno due anni e la condizione deve, come detto, essere posseduta anche al momento del giuramento di fedeltà che il neo cittadino è tenuto a prestare presso il comune di competenza. Non sono mancati casi, curiosi quanto tristi, di persone sposate magari da decenni, col coniuge che decide di prendere la cittadinanza ma che, al momento della conclusione della procedura, si ritrova vedovo. La legge non ammette il caso e la cittadinanza, in una tale ipotesi, non può essere concessa.
Altra considerazione che propongono i referenti del commissariato è che, comunque, non è frequente il caso della cittadinanza di comodo, almeno, non a Trento: lo straniero che sceglie di diventare italiano è spesso decisamente consapevole del fatto che tale scelta comporta l'adesione anche a una cultura diversa da quella di origine.

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