La virilità perduta vale 280 mila euro

Ha vinto la sua battaglia giudiziaria un operaio trentino che in seguito a un grave incidente sul lavoro aveva perso la virilità. Il danno dunque andava ben oltre il mero computo materiale dei giorni di malattia, dei punti di invalidità e di menomazioni temporanee e permanenti. E così il giudice Giorgio Flaim ha concesso all'uomo un risarcimento complessivo di 280 mila euro

Ci sono voluti 5 anni, ma alla fine un operaio ha ottenuto un congruo risarcimento perché in seguito ad un grave incidente sul lavoro aveva perso la virilità. Il danno dunque andava ben oltre il mero computo materiale dei giorni di malattia, dei punti di invalidità e di menomazioni temporanee e permanenti. La disfunzionalità erettile, con rapporti sessuali possibili solo con l'ausilio di farmaci, tocca ovviamente anche la sfera della vita relazionale dell'operaio. E così il giudice Giorgio Flaim ha concesso all'uomo, difeso dall'avvocato Beppe Pontrelli, un risarcimento di 261 mila euro a cui però vanno sottratti circa 80 mila euro già erogati dall'Inail per danno biologico permanente. Inoltre il suo datore di lavoro dovrà versare anche 19 mila euro per il danno non patrimoniale da menomazione temporanea.
L'infortunio risale al 2008. Visto che le lesioni toccano una sfera molto personale come quella della sessualità, ovviamente manteniamo l'assoluto anonimato sull'intera vicenda. Basterà dire che l'uomo era rimasto schiacciato da un grosso armadio mentre stava eseguendo un intervento di manutenzione in una valle del Trentino. L'operaio era impegnato insieme ad alcuni colleghi a sistemare una grossa cabina di acciaio che sfuggì al controllo e finì addosso all'operaio. L'allarme fu immediato: in pochi minuti arrivò in volo da Trento l'elisoccorso. Il ferito venne stabilizzato sul posto e poi trasferito d'urgenza all'ospedale Santa Chiara dove venne ricoverato in un primo momento nel reparto di rianimazione.
La guarigione fu lunga e tormentata. Ma nonostante le cure l'operaio continua a portare su di sè i postumi di quell'incidente. La responsabilità era del datore di lavoro. Nel giudizio per definire il risarcimento l'azienda, difesa dall'avvocato Emiliano Ballardini, non contestava infatti la sua responsabilità, ma la quantificazioni dei danni. Danni ingenti visto che alla fine vanno all'operaio 199 mila euro in più di quanto già liquidato dall'Inail.

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