Sanità / La denuncia

Ospedale di Rovereto, un caldo insopportabile: “Da anni chiediamo un condizionatore”

Donatella Fusari è la responsabile sindacale delle ostetriche: “Come si fa a lavorare con 30 gradi di temperature medie notturne, per non parlare di quelle di giorno? E per di più costretti ancora ad indossare la mascherina. Una condizione difficile anche per le mamme ed i loro neonati che ovviamente non vivono bene questa situazione”

ROVERETO. «Siamo alle solite. Alle solite promesse non mantenute. Passano gli anni e i problemi restano irrisolti. Anzi, con il passare del tempo si acuiscono sempre più... E vista la stagione parliamo del caldo, caldo insopportabile per le degenti e per chi è costretto a lavorare qua dentro, in ostetricia al Santa Maria del Carmine. Ad inizio estate, dopo aver sollevato il problema già negli scorsi anni, la direzione dell'ospedale ci aveva assicurato che la questione sarebbe stata risolta entro luglio. Siamo quasi a fine agosto e di ipotesi di soluzioni nemmeno l'ombra. E tra un po' ci diranno che l'estate è già finita e quindi se ne riparlerà l'anno prossimo... Un film purtroppo già visto e che temo ci toccherà vedere se non si decidono a mettere mano alla situazione che ogni anno diventa sempre più pesante...».

Donatella Fusari è ostetrica ed è la responsabile sindacale delle ostetriche che, assieme al personale che lavora nel reparto, ha sollevato il tema dell'emergenza caldo sul luogo di lavoro. «Un'emergenza che non è di oggi e che quest'anno si è fatta sentire in maniera ancora più pesante. Parliamo di condizioni di lavoro tremende ed insopportabili: come si fa a lavorare con 30 gradi di temperature medie notturne, per non parlare di quelle di giorno? E per di più costretti ancora ad indossare la mascherina. Una condizione difficile anche per le mamme ed i loro neonati che ovviamente non vivono bene questa situazione. Sono anni - dicono la sindacaliste e le dipendenti - che chiediamo un condizionatore e sono anni che dalla direzione non ci viene data risposta».

Dopo l'ennesima mail alla direzione dell'ospedale, l'altro giorno sono stati effettuati controlli e ispezioni in reparto ma ci è stato detto - continua Fusari - che se ci sono queste temperature è colpa nostra perché non abbassiamo le tapparelle tutto il giorno e apriamo le finestre. Se lo facciamo è per far girare almeno un po' di aria. Ma vi sembra normale dover abbassare le tapparelle di giorno e quindi essere costretti a lavorare al buio per non morire di caldo, per non arrostirsi in questo forno.».

Qui parliamo di ostetricia, ma ci sono altri reparti del Santa Maria del Carmine che sono in sofferenza. Una sofferenza dovuta al fatto che, eccetto alcuni reparti e settori come le sale operatorie, l'ospedale civile ha un sistema di raffrescamento che non è un impianto di condizionatore. «Siamo difronte ad una stagione particolarmente torrida con un caldo eccezionale e quindi ne soffriamo un po' tutti. Eseguiamo un monitoraggio costante di tutti i reparti - afferma Camilla Mattuzzi, direttore medico facente funzioni del Santa Maria del Carmine - e la verifica degli impianti è costante in modo da intervenire immediatamente per garantire il benessere sia dei pazienti che di chi all'ospedale ci lavora. Certo che tenere le finestre aperte in pieno giorno con questo caldo, anche no...».

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