Rovereto / Il fatto

Si sveglia alle tre del mattino, si ritrova i ladri sul balcone e li mette in fuga

Erano in due e tentatavano di entrare in una villetta di via Bellavista II, dopo essersi arrampicati dal portico al secondo piano. «Nemmeno il tempo di affacciarmi dal balcone che ho visto una persona appoggiata al corrimano della ringhiera. Non avevo nient'altro sottomano: ho preso una coperta e l'ho arrotolata per lanciargliela contro»

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di Giancarlo Rudari

ROVERETO. Si è svegliato di soprassalto nel cuore della notte e se li è trovati lì, ad un passo dalla porta della camera da letto. Erano due, i ladri che hanno tentato di entrare in una villetta di via Bellavista II, dopo essersi arrampicati dal portico al secondo piano, ma sono stati messi in fuga dal trentenne figlio dei proprietari di casa.

È arrivato quasi a mettere le mani addosso a uno dei due e per difendersi ha preso una coperta, l'ha arrotolata e a mo' di frusta ha iniziato a colpirlo.

A quel punto il ladro è tornato sui suoi passi, si è calato in fretta e furia dal poggiolo e con lui il suo complice che lo attendeva nel piano sottostante. Quindi la fuga in direzione dei sentieri che portano in città (verso il Mart e la Solatrix) e l'inseguimento da parte del giovane che ha desistito quando i due si sono inoltrati nel bosco.

«Una brutta avventura, ma per fortuna i due non sono riusciti nel loro intento. Telecamere di videosorveglianza e sistemi di allarme sono in tutte le villette della zona, ma evidentemente a questi non importa nulla e sperano sempre in un colpo...», dice Federico Perinotto, 30 anni, che ha vissuto quei momenti quasi faccia a faccia con i ladri: «Dormo con le finestre aperte e, verso le 3.15 dell'altra notte, uno strano rumore mi ha svegliato di soprassalto. Nemmeno il tempo di affacciarmi dal balcone - prosegue nel suo racconto - che ho visto una persona appoggiata al corrimano della ringhiera mentre tentava di scavalcarla per entrare in casa mentre da sotto un'altra persona la sorreggeva nello sforzo. Mi sono messo ad urlare "che c... fai, che cosa pensi di fare" e a momenti gli mettevo le mani addosso. Non avevo nient'altro sottomano per cercare di allontanarlo: allora ho preso una coperta e l'ho arrotolata per lanciargliela contro. E come sono arrivati i due si sono dati alla fuga seguendo lo stesso percorso. Era buio ma con il chiarore della luna ho visto che si trattava di due giovani dalla carnagione molto scura, probabilmente originari della zona centrale dell'Africa, vestiti con maglia e jeans neri».

Per arrivare al secondo piano dell'abitazione al numero 60 di via Bellavista II i due malintenzionati sono saliti sul tettuccio di una Renault Twingo parcheggiata nel portico, quindi hanno raggiunto il primo piano aiutandosi l'un l'altro "a scaletta" per poi arrivare all'ultimo balcone, quello a servizio della camera da letto. Non sono entrati perché il proprietario si è svegliato e li ha fatti fuggire.

«Non so chi possano essere questi due, saranno dei disperati, gente che vive in uno degli edifici abbandonati della città senza alcuna prospettiva, persone arrivate senza permesso di soggiorno e senza un lavoro. è necessario - conclude Federico Perinotto - gestire in qualche modo, come fanno altri Stati europei e prevedere qualche forma di occupazione».

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