Rovereto / Il caso

Rumori notturni, nel mirino la nuova casa di riposo: in piazzale Defrancesco i residenti sono inferociti

Ma sotto accusa non sono i nonnini che abitano nella rsa, bensì alcuni dispositivi che disturbano il sonno dei vicini: gli apparati rinfrescanti ma soprattutto i generatori d'emergenza che entrano in funzione quando c'è un calo di corrente. Inoltre, il sole riflesso sui vetri a specchio dell'edificio rende invivibili i balconi di fronte

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di Nicola Guarnieri

ROVERETO. Sarà stato il Covid o semplicemente la recrudescenza all'asocialità, fatto sta che i cittadini, anziché volersi più bene, sembrano ormai schiavi dell'insofferenza. Soprattutto riferita ai rumori, concerti e feste di piazza su tutto.

Che, però, a far gridare all'inquinamento acustico sia una casa di riposo, appare una contraddizione in termini. Eppure è quanto accaduto in città, e ad essere presa di mira è la nuova Rsa di piazzale Defrancesco.

Che, di notte, disturba il sonno dei residenti della zona, da via Azzolini a via Parteli.

Gli abitanti, per capirci, hanno costituito un comitato ed hanno chiesto lumi al Comune. Attenzione, non da oggi, ma da quando ancora si provavano gli impianti e l'inaugurazione della struttura per anziani era ben lungi dall'essere prevista. Perché pensare ad una casa costruita in 15 anni (certo, non per colpa dell'ente gestore ma della crisi) che arriva finalmente in porto ma, ahinoi, si tira dietro contrattempi che creano disagi nella popolazione esterna fa un po' sorridere.

A rovinare il sonno ai roveretani di quell'angolo di urbe, per dire, sono gli apparati rinfrescanti ma soprattutto i generatori d'emergenza che entrano in funzione quando c'è un calo di corrente.

Al di là di tutto, i rumori - dicono i cittadini - persistono giorno e notte «e se di giorno si porta pazienza, tanto ci sono anche le macchine a rompere le scatole, di notte, con le finestre aperte, non si dorme».

La battaglia contro i nonni fracassoni - metaforicamente parlando - come detto va avanti da tempo ma non sono mai arrivate risposte. Il comitato, quindi, ha messo il caso nelle mani dei consiglieri comunali di Fratelli d'Italia Cristina Luzzi e Giuseppe Di Spirito che hanno presentato un'interrogazione. Perché tecnicamente questo fastidio si chiama «rumore bianco» e per qualcuno rientra a pieno titolo nell'inquinamento acustico.

L'Apsp Vannetti, che gestisce la struttura, ha deciso di spegnere i refrigeratori dopo le dieci di sera proprio perché si è resa conto del disturbo che arreca al vicinato. Certo però che qualcosa si dovrà inventare per far convivere gli ospiti della casa di riposo e i loro concittadini che vivono nei pressi della stessa.

«Il problema è noto. - spiega il dirigente dell'ufficio tecnico di palazzo Pretorio Luigi Campostrini - Ed è vero che la rumorosità degli impianti era stata segnalata fin dalle prove prima di aprire. Il più fastidioso è il generatore di emergenza che, quando si attiva, di solito resta acceso per una mezz'ora ma mi rendo conto che, di notte, è comunque fastidioso».

Il Comune, dunque, sta intervenendo. «É stato attivato l'ufficio ambiente per le opportune verifiche ed è stato affidato un rilevamento fonometrico per capire se si stanno superando le soglie di legge e per capire l'entità e la durata del fenomeno. La situazione è comunque monitorata». E se il disagio persiste? «Allora si dovrà intervenire con delle coperture. Ringrazio comunque i cittadino perché queste segnalazioni sono fondamentali, come pure le interrogazioni dei consiglieri. Collaborando si riesce a risolvere i problemi».

Insomma, le calde notti estive dovrebbero tornare a garantire il meritato riposo ai residenti, soprattutto a quelli costretti a dormire con le finestre aperte per poter respirare.

Ma non c'è solo il rumore che si diffonde esternamente a mettere sotto accusa la Rsa di piazzale Defrancesco ma anche il «ritorno» solare. Perché la nuova e innovativa costruzione che accoglie gli anziani sarà anche esteticamente bella ma, ricoperta di specchi com'è, crea problemi seri al vicinato.

«Purtroppo questo caso ci è stato segnalato dai residenti al civico 22 di via Azzolini. Ed è un problema che va risolto, magari installando una pellicola protettiva», assicurano in Comune. La questione, per capirci, è tutt'altro che frivola. Stiamo parlando del sole che rimbalza sulla cuspide a specchio della nuova casa di riposo direzionando i raggi di sole su un balcone. Che, ovviamente, è invivibile e che, tra l'altro, rischia di scatenare un incendio. La questione, come detto, è conosciuta da palazzo Pretorio che sta valutando come intervenire per risolverla.

Perché la piramide, un vezzo estetico-urbanistico che impreziosisce la nuova Rsa, in realtà sta creando problemi.

E anche questa segnalazione, con una vibrata protesta, è arrivata a palazzo Pretorio chiedendo un intervento immediato.

«Prima c'era una scuola, poi è rimasto il vuoto e infine si è calata lì una casa di riposo. - ricordano in piazza del Podestà - Purtroppo alcuni accorgimenti stanno dando fastidio ai residenti e per questo cercheremo di intervenire per risolverli».

Per ora il rischio di fuoco e fiamme non sembra esserci ma, di sicuro, per i malcapitati inquilini non poter utilizzare il balcone di casa è molto di più che un disagio.

«Ripeto, - conferma il dirigente dell'ufficio tecnico Luigi Campostrini - siamo a conoscenza del caso e stiamo cercando di risolverlo. Si sta pensando ad una pellicola protettiva che riesca a deviare i raggi solari anziché rifletterli sulle case di fronte alla Rsa. Perché lo specchio, lo insegna la storia, può essere pericoloso».

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