Ambiente / Spazzatura

Rovereto, i Crm sono troppo pieni: i rifiuti più ingombranti andranno in Friuli

La Comunità della Vallagarina ha stanziato 109mila euro per liberare parte dei dodici ettari centri di raccolta della valle e degli Altipiani Cimbri e i cantieri comunali ormai senza posto. Il presidente Bisoffi: «È un provvedimento che riguarda solo il 35-40% del materiale stoccato»

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di Nicola Guarnieri

ROVERETO. Le discariche sono piene, i Crm aperti a singhiozzo straboccano di rifiuti ingombranti e la montagna di spazzatura rischia di riempire anche le case dei cittadini. Tanto che sono sempre di più quelli che abbandonano i propri scarti nei boschi o a bordo strada obbligando i Comuni a recuperarli e stoccarli nei propri magazzini in attesa di liberarsene. Il problema è concreto e, per far respirare almeno un po' i depositi di "monnezza" di grandi dimensioni, la Comunità della Vallagarina ha deciso di portare fuori provincia più roba possibile, accollandosi una spesa di poco più di 109mila euro. Soldi, si badi bene, che serviranno solo per i prossimi tre mesi. Poi si vedrà.

«A partire dal 24 settembre 2021 - ricorda il presidente della Comunità Stefano Bisoffi - la situazione di smaltimento ha incontrato, causa la chiusura delle discariche provinciali, una sempre maggiore difficoltà, che negli ultimi tempi è diventata pressoché un blocco del servizio. Tale fatto sta determinando, in Vallagarina e sugli Altipiani Cimbri, l'insorgere di fenomeni di abbandono di tali rifiuti sul territorio, con il conseguente intervento dei Comuni alla loro rimozione. A titolo esemplificativo e non esaustivo, allo stato attuale dei dodici centri di raccolta materiali, i container di tale tipologia sono quasi dappertutto completamente esauriti e gli operatori dei centri sono costretti a respingere gli utenti».

«Nelle ultime quattro settimane, compresa la presente, la Provincia ha autorizzato lo smaltimento soli quattro container di ingombranti che, senz'altro, non hanno risolto la problematica ma hanno solamente permesso, a rotazione, di dare un respiro molto limitato a quattro Crm. Diversi gestori del servizio, a fronte di tale situazione, hanno scelto di attivare servizi alternativi a quello provinciale di smaltimento rivolgendosi ad impianti fuori provincia. Per questo abbiamo chiesto a Snua di occuparsi del trasporto fuori regione del materiale che sarà stoccato nei loro siti».

L'alternativa sarebbe stato vietare il conferimento nei centri lagarini ma, a quel punto, il rischio dei turismo dei rifiuti sarebbe stato difficile da contenere. A partire da lunedì prossimo, dunque, i camion dell'azienda incaricata da via Tommaseo su delega di tutti i sindaci lagarini caricheranno, per dodici settimane, circa 254 tonnellate di ingombranti. Che è poca roba. «Purtroppo l'intervento non risolve le problematiche visto che, assumendo i dati di smaltimento del 2019, corrisponde a circa il 35-40% del rifiuto raccolto negli ultimi tre mesi dell'anno; permetterà comunque di dare una risposta almeno alle emergenze».

L'operazione riguarderà inizialmente lo svuotamento dei magazzini dei cantieri comunali, con quattro container a settimana, e poi si passerà ai dodici Crm. Insomma, se non è emergenza ci siamo molto vicini. Soprattutto per i rifiuti che si stanno accumulando in tutta la Vallagarina e sugli Altipiani Cimbri e per l'inquinamento dovuto a cittadini che si disfano degli ingombranti gettandoli a lato strada piuttosto che in mezzo agli alberi.

La Snua (che già gestisce la raccolta e lo smaltimento in tutti i Comuni lagarini tranne che a Rovereto e Isera) caricherà questo residuo voluminoso e lo trasferirà in un proprio sito di stoccaggio ad Aviano, in Friuli Venezia Giulia. Ovviamente a pagamento, con quei 109mila euro che in gran parte derivano, per fortuna, da un avanzo di bilancio dell'ente. Questo, però, è un problema che si protrae da quasi due anni e che, alla fine, costerà caro se non si riuscirà a trovare una soluzione definitiva. Perché si tratta di rattoppi che alla lunga non basteranno più. Urge una soluzione strutturale.

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