Rovereto / Studi

Nel 2023 altri due corsi di laurea: triennale in scienze motorie e magistrale in bioingegneria industriale

L'annuncio del rettore Flavio Deflorian a margine della sottoscrizione dell'accordo quadrotra l'Università di Trento e il Comune di Rovereto che avrà validità finoa tutto il 2027. «Su scienze motorie una grande richiesta da parte del mercato, che vogliamo soddisfare: è legata in particolare allo sport di montagna, per questo vogliamo costruire un percorso creando un profilo più ampio» 

ACCOGLIENZA Avanza l'ipotesi di nuovo studentato all'ex asilo Manifattura

ROVERETO. Il 2023 porterà a Rovereto altri due corsi di laurea: la triennale in scienze motorie e la laurea magistrale in bioingegneria industriale. Lo ha assicurato il rettore dell'università di Trento Flavio Deflorian a margine della conferenza stampa per la sottoscrizione dell'accordo quadro UniTrento-Comune di Rovereto che avrà validità 1 gennaio 2023-31 dicembre 2027.

Le finalità dell'accordo? Consolidare, in continuità con il passato, la collaborazione fra le due istituzioni per valorizzare la presenza dell'università in città, confermare e potenziare ulteriormente le attività didattiche e di ricerca dell'ateneo e sviluppare ulteriormente la formazione degli insegnanti. Su questi progetti cardine l'impegno economico dell'amministrazione comunale è importante e prevede un investimento di oltre duecentomila euro annui, in linea con il triennio appena concluso durante il quale sono stati impegnati nel complesso più di 600.000 euro.

L'accordo quadro vede come protagonista principale, ovviamente, l'università di Trento, ma prevede un ruolo importante anche per Verona attraverso quella collaborazione intrateneo che in città sta dando ottimi risultati. Una collaborazione che verrà ulteriormente implementata.

«Abbiamo già con Verona un corso di laurea magistrale in scienze motorie che però non basta - ha affermato il rettore Deflorian - perché senza la triennale che lo alimenti non si raggiunge l'obiettivo finale. C'è una grande richiesta da parte del mercato, che vogliamo soddisfare, legato in particolare allo sport di montagna: per questo vogliamo costruire un percorso creando un profilo più ampio».

Succederà entro il 2023? «Questo è il nostro obiettivo - risponde Deflorian - perché l'anno prossimo sarà l'anno delle decisioni. Dobbiamo anche capire e riflettere in merito ad un corso di laurea magistrale in bioingegneria perché la triennale non basta per dare vita al polo delle scienze della vita. Una scelta la faremo nel corso del 2013. L'intesa che oggi rinnoviamo è una risorsa preziosa per la crescita del nostro ateneo e di Rovereto, una vera e propria città universitaria. Noi, come università, siamo pronti ad una proficua ed ampia collaborazione per raggiungere obiettivi sempre più ambiziosi».

E tra questi non può non esserci la realizzazione di uno studentato, previsto a Sacco all'ex asilo Manifattura, diventato ormai «un'esigenza imprescindibile» per Rovereto. Nel frattempo però il legame fra università e la città diventa sempre più stretto e si rafforza ulteriormente perché, come ha detto il sindaco Francesco Valduga, «c'è bisogno di investire in formazione e culturale.

Costruire le competenze dentro i giovani per il futuro, portare in città la freschezza degli studenti e dei docenti, sviluppare attività di ricerca e di formazione che portano indotto: sono tutti elementi importanti per migliorare il territorio. E la nostra aspirazione è questa: avere sempre più università in città».Un'aspirazione non da oggi visto che, parola della vicesindaca e assessora Giulia Robol, «la scommessa di portare l'università di Trento nella nostra città, portata avanti da più amministrazioni, viene consolidato con una convenzione che garantisce una continuità in quel percorso di sviluppo che vede Rovereto protagonista nei campi della formazione e della ricerca. Formazione vuol dire credere nella ricerca, nel mondo dei giovani con ricadute che vanno oltre a Rovereto».

E qui sono stati citati gli ambiti di intervento che spaziano dalla didattica alla ricerca a iniziative di divulgazione scientifica a favore della cittadinanza. Inoltre, è stato ribadito, si intende valorizzare la storia di Rovereto e dei suoi personaggi illustri, gli aspetti economici, industriali, sociali, architettonici e turistici per la valorizzazione del territorio coinvolgendo altre istituzioni culturali.

Le relazioni della città con l'università passano anche attraverso il Dipartimento di psicologia e scienze cognitive (Dipsco), il Cimec (Centro mente/cervello, nella foto), il Cerin (Centro riabilitazione neurologica) e il Centro studi Antonio Rosmini.

«Un rapporto consolidato con l'università diffusa sul territorio per costruire un futuro di comunità all'interno del sistema Trentino: dobbiamo interpretare un tempo difficile con la forza delle idee e del pensiero» ha ribadito Valduga prima della presentazione di due, tra i tanti, progetti portati avanti dalla convenzione nell'ultimo anno. Arianna Costantini, assegnista del Dipsco, ha parlato del progetto "Valutazione del benessere lavorativo delle persone che lavorano da remoto" mentre la ricercatrice Ilaria Corridori ha illustrato il progetto "Sviluppo della seta biomedicale" del Biootech - Dipartimento ingegneria industriale, portato avanti sotto la guida della professoressa Antonella Motta.

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