Società / L’allarme

Crisi profonda dopo il Covid: a Rovereto almeno cinquanta persone senza una casa dove vivere

Ci sono però altri casi sommersi che quest’inverno potrebbero ritrovarsi a dormire all'addiaccio. Le associazioni cercano di affrontare l’emergenza con l'aiuto del Comune nel progetto «Una casa per tutti»

di Francesco Terreri

ROVERETO. Il cinquantenne fragile che fa fatica a trovare lavoro. La giovane mamma straniera con la figlia piccola, La sessantenne con una pensione troppo bassa. L'immigrato uscito dai progetti di accoglienza che si arrangia ma non vuole finire nella criminalità. Sono almeno una cinquantina a Rovereto le persone senza casa, stranieri ma anche locali che non riescono a trovare un alloggio sul mercato privato. Quelli seguiti dalle associazioni e dalla Caritas se non altro non sono per strada ma dormono in dormitori pubblici, coabitazioni faticose, ospitalità provvisorie.

Ci sono però altri casi sommersi che questo inverno potrebbero ritrovarsi a dormire all'addiaccio. Una situazione che la crisi Covid ha peggiorato e che le associazioni cercano di affrontare con l'aiuto del Comune nel progetto «Una casa per tutti», che vede i primi due appartamenti messi a disposizione da privati. 

In occasione della Settimana dell'accoglienza 2021, si è svolta la camminata «Contiamo su di te» dal colle di Miravalle a piazza delle Erbe. «Quest'anno la Settimana era legata all'accoglienza, ai diritti umani ma anche alla sostenibilità, all'invito alle persone di prendersi cura del creato» afferma Simona Ticchi, coordinatrice del Cedas, il centro di ascolto della Caritas di Rovereto. «La casa rimane però un problema importante. Ci sono tante persone in difficoltà, stranieri che pur avendo un reddito non riescono a reperire alloggi sul mercato privato, escono dai progetti di accoglienza ma trovano molto pregiudizio».

«Ma ci sono anche italiani e locali - prosegue Ticchi - chi fatica ad avere regolarità sul lavoro o ha una pensione troppo bassa, entrate non certe. Dal nostro osservatorio sono una cinquantina, principalmente adulti, molti con più di 50 e con più di 60 anni, con fragilità non eccessive ma in difficoltà nel trovare un alloggio. Non sono per strada ma si devono arrangiare nei dormitori pubblici, in coabitazioni molto faticose. E poi c'è tanto sommerso, non tutti vengono agli sportelli di accoglienza». Il progetto «Una casa per tutti» vede insieme la Caritas con l'Associazione accoglienza stranieri Atas, la Croce Rossa, l'Associazione Lucicate di Isera e il sostegno del Comune. Come annuncia Paolo Bellini dell'Atas, sono due finora gli appartamenti messi a disposizione da proprietari di casa.


Uno ospiterà una mamma con una bambina, nell'altro è prevista la coabitazione di quattro ragazzi usciti dai progetti di accoglienza per richiedenti asilo. Gli inquilini sono accompagnati prima e dopo, i proprietari quindi non vengono lasciati soli.

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