La storia/ Lieto fine

Rubano il tandem del ragazzo disabile, parte la «caccia» sui social, e alla fine viene ritrovato

Papà Renato e il figlio Lorenzo lo usano per pedalare insieme: era sparito mentre erano a messa, fuori dalla chiesa di Marco, poi il lieto fine grazie al tam-tam

ROVERETO. «Non ho mai utilizzato più di tanto i social. Per capirci, uso il cellulare solo per telefonare. Ma in pochi giorni, ho potuto scoprire un mondo. E apprezzare, con grande sorpresa, la potenza positiva che possono svolgere proprio i social».

La sorpresa, per Renato Setti, è pari alla gioia: ieri mattina ha potuto avvertire il figlio Lorenzo che il loro amato tandem era stato ritrovato.

Era sparito la sera del 1° aprile, mentre padre e figlio erano in chiesa, a Marco di Rovereto, dopo che l'avevano lasciato accanto all'entrata, per seguire la celebrazione del Giovedì santo.

All'uscita, il tandem era sparito: «Lo sconcerto è stato subito grande», racconta Renato: «Lorenzo ha quasi trent'anni, convive con la sindrome di Down e non ha mai potuto imparare ad andare in bicicletta. Per questo da tempo usiamo il tandem, lui e io, per spostarci, ma anche per farci qualche pedalata nel tempo libero».

Dopo che nel corso della serata le ricerche nei dintorni non avevano dato alcun esito, è partito un vero e proprio tam tam sui social.

«Non è certo partito da me - sorride Renato Setti - ma grazie ad amici e conoscenti, mobilitati da mia moglie. Fin dal venerdì mattina siamo stati travolti da messaggi, telefonate. C'è anche chi si è offerto di lanciare una raccolta fondi per permetterci di acquistare un tandem nuovo».

Renato ci ha messo un po' a metabolizzare la cosa: «Devo dire che tutto questo mi ha quasi messo in imbarazzo. Sono sempre stato una persona riservata. In più, vedere che in tanti si spendevano per aiutarci, in un momento in cui i problemi sono tanti per tutti, in certi momenti mi metteva quasi a disagio. Ma è stato davvero una gioia poter sentire tanta vicinanza, soprattutto per Lorenzo».

Che ieri mattina ha potuto nuovamente inforcare, assieme a papà, il loro tandem: «Lo hanno ritrovato in paese, in una zona che avevamo già battuto. Questo mi fa pensare a una ragazzata. Forse a rubarci il tandem è stato qualcuno che non sapeva che valore avesse per noi e ha voluto restituirlo. Temevo ormai non l'avremmo più rivisto, avevo già scherzato con Lorenzo: "Si vede che è un segno del destino, è ora che pensiamo a qualcosa a pedalata assistita, visto che il tempo passa", gli avevo detto».

Ieri mattina, il lieto fine. Grazie al passaparola su Facebook e nei gruppi WhatsApp.

«Tanto io quanto mia moglie siamo rimasti davvero sorpresi. Entrambi siamo sempre stati piuttosto scettici riguardo all'utilità dei social, a causa soprattutto dell'uso distorto che molti ne fanno. Questa vicenda, tuttavia, ci ha permesso di ricrederci: se esiste così tanta gente disposta a perdere parte del proprio tempo per solidarizzare anche con sconosciuti, in una vicenda così piccola, è evidente che il bene prima o poi avrà il sopravvento sul male che pare sempre più dilagante. È per questo che mi sento doverosamente in obbligo verso tutte queste persone di un pubblico ringraziamento».

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