A Rovereto c'è un cane in casa ogni otto abitanti

Oltre cinquemila cuccioloni registrati

di Nicola Guarnieri

ROVERETO. Rovereto è la città del cani ma, per ora, non è ancora «pet friendly». Perché i privati, pare, non si lanciano in questa avventura con tanto di brand capaci di giocare anche un ruolo turistico. Ma il miglior amico dell'uomo abita comunque all'ombra della Campana. E piace, tanto. Che il Covid, nel lockdown della primavera 2020, abbia spinto a dotarsi di quattrozampe domestico per poter uscire di casa a sgambettare senza incorrere in sanzioni è un dato di fatto.

Ma l'incremento è stato minimo. Perché il grande amore per questi animali da compagnia è insito nel Dna dei roveretani. Tanto che c'è un cane ogni 8 abitanti, bebè e ultracentenari compresi. Tanta roba. L'anagrafe dedicata, infatti, ne registra 5.097 nella sola Rovereto. E siamo, appunto, in città e non certo in campagna dove i numeri, con ogni probabilità, sono ben superiori. E, attenzione, chi ha un cucciolone che gira per casa solitamente non lo abbandona. Non solo, il fenomeno del randagismo è limitatissimo, con il recupero dei pelosoni senza fissa dimora da parte del Parco canile dei Lavini passato, negli ultimi sei anni, da 16 a 2.

Si parlava di «pet friendly», un marchio che altrove ha spinto l'economia attirando turisti che di separarsi dal proprio amico da abbaio durante le vacanze non ne vogliono sapere. A chiedere di trasformare l'urbe in un centro aperto a code vanitose e scodinzolanti è il consigliere leghista Leonardo Divan. Che, interrogando la giunta, ha sottolineato proprio l'aspetto affettivo: «Gli animali domestici, cani e gatti, ricoprono un ruolo importante nella vita dei cittadini. In particolar modo, negli ultimi anni, tante famiglie ma anche singole persone hanno acquistato animali da compagnia. In città sono presenti alcune aree cani come quella ai giardini Perlasca. Con l'aumentare dei numeri di cani si ravvisa l'esigenza di trovare nuovi spazi dedicati oltre che sensibilizzare pubblici esercizi e cittadini rispetto ai loro bisogni».

Divan, per capirci, insiste con il Comune affinché si amplino le aree riservate al zampettamento nei parchi e, come detto, di attivare un brand «dog friendly» per rilanciare il turismo.L'assessore all'ambiente Andrea Miniucchi sposa in parte il suggerimento. Per quanto riguarda le «dog zone» ricorda che ai giardini Italia ce n'è una «moderna» suddivisa in tre settori per consentire il gioco ad animali della stessa taglia. «É stata invece recentemente rimossa la struttura di via Dante per la presenza del cantiere ma a lavori finiti sarà ripristinata. L'amministrazione ritiene comunque possibile l'implementazione delle attrezzature presenti sul territorio comunale coinvolgendo aree libere, idonee ed accessibili collocate in ambito urbano e periferico anche esterne ai parchi pubblici». Per quanto riguarda il marchio, Miniucchi precisa che «queste esperienze sono riconducibili principalmente ad iniziative private promosse da associazioni di categoria afferenti alla ricettività alberghiera o da associazioni che si interessano della cura degli animali da affezione».L'assenza di «loghi», però, non consente di «marchiare» Rovereto come, almeno turisticamente parlando, città amica degli animali.

«Non ci sono i presupposti per la promozione di un marchio specifico - conferma Miniucchi - Si considera invece interessante l'ipotesi di dare evidenza, all'interno dei canali informativi esistenti, dei servizi di pubblico interesse presenti sul territorio comunale e delle opportunità offerte ai visitatori detentori di animali d'affezione».Un ruolo importante, in tal senso, lo riveste il canile municipale che, al di là delle attività, diciamo così, ordinarie, accoglie cani cittadini per tre mesi, supporta la gravidanza e il parto, propone consulenze in pre e post adozione ma pure sanitarie e di educazione alimentare, ritira e ospita cani di padroni in quarantena a causa del Covid-19. E in questo periodo di pandemia, lo staff di Pierluigi Raffo ha attivato un servizio webinar per consulenza e supporto a distanza per far svagare i cani anche in spazi ristretti.

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