Progetto ostello, c'è il fronte contrario

di Matthias Pfaender

Il progetto dell'amministrazione comunale di raddoppiare l'ostello di via Scuole invece che contribuire al rilancio del turismo in città potrebbe avere l'effetto opposto. Ovvero affossare le ipotesi di investimento nel centro storico di Rovereto dell'imprenditorialità privata, scoraggiata dalla concorrenza sleale del sistema pubblico, che si ritroverebbe proprietario (ma con la gestione e gli utili dati a privati) un "colosso" che da solo varrebbe quasi il 15% dei posti letto in città. Questa, in sintesi, la tesi che il consigliere comunale dei Civici (ma dissidente) Daniele Lanaro porterà in aula in occasione della discussione del bilancio comunale 2020.

Il cuore dell'iniziativa immobiliare dell'amministrazione riguarda l'acquisto dello stabile al civico 10 di via Scuole, contiguo all'ostello. L'acquisto è finalizzato all'aumento dei posti letto disponibili nella struttura, attualmente 100. Con l'allargamento si arriverebbe a 145. La struttura, di proprietà comunale, è attualmente gestita dalla cooperativa di Trento "Il Faggio". Con i suoi 800 metri quadrati complessivi distribuiti su quattro piani, l'edificio ottocentesco si dovrebbe prestare a diventare l'ala più nuova dell'ostello della gioventù. In base alle prime valutazioni, che dovranno essere confermate dopo l'acquisizione, le potenzialità dell'edificio dovrebbero essere distribuite in questo modo: al piano terra i servizi aggiuntivi dell'ostello, ai piani superiori le unità residenziali. La logica commerciale dell'operazione risiede nei dati di utilizzo della struttura: per 110 volte nel corso dello 2018 l'ostello ha registrato il tutto esaurito, e dal 2012 al 2018 l'affluenza media è aumentata del 47% e il gradimento degli ospiti di un 69%. La giunta Valduga ha messo sul piatto la somma di 1,13 milioni di euro per l'acquisto. Un progetto di investimento che però Lanaro (che potrebbe avere dietro di sé, come già succeso, il resto della pattuglia civica dissidente oltre che delle opposizioni) mira a smontare nel corso dell'approvazione del bilancio 2020.

«Rovereto - si legge nell'emendamento al Dup proposto da Lanaro - dispone di poche strutture ricettive, la relativa capacità di accogliere visitatori e turisti è estremamente bassa. Il relativo tasso di ricettività turistica è un terzo rispetto alla Vallagarina e un quindicesimo rispetto alla media provinciale. Stiamo vivendo un difficile contesto storico contrassegnato da una congiuntura economica negativa che colpisce il nostro Paese, il Trentino ed in modo più accentuato Rovereto e la Vallagarina. Il settore ricettivo locale, nonostante sia drammaticamente sotto la media, anche in mancanza di adeguate politiche economiche e turistiche, non fa purtroppo eccezione, sconta una grave crisi, come dimostrano le chiusure di tanti, troppi alberghi registrate negli ultimi anni. L'ampliamento dell'ostello comunale, attraverso fondi ed investimenti derivanti della fiscalità generale, esonerato dalla tassazione Imis, versando un affitto nettamente inferiore ai prezzi di mercato, potrebbe aggravare la situazione, sbilanciando in questo campo la concorrenza ed il mercato rendendo ulteriormente sconveniente e penalizzante realizzare nuove strutture ricettive: alberghi, B&b o altro ancora. La natura privatistica di tali realtà, con i propri investimenti e le proprie attività alimentano il gettito fiscale, diversamente dalle strutture pubbliche che attraverso l'acquisto, la ristrutturazione, la manutenzione, e forse anche con la gestione, consumano risorse pubbliche».

Spendere risorse pubbliche è plausibile, argomenta Lanaro, ma con cognizione di causa. L'ampliamento dell'ostello comporta invece, argomenta, diverse criticità: la spesa è importante per le casse pubbliche, e l'eventuale contratto di gestione vincolerà le amministrazioni comunali per molti anni a venire, «probabilmente decenni». Soprattutto, «l'ostello rappresenta già adesso il 7% dei posti letto disponibili, ampliando la struttura si potrebbe arrivare al 14%, sopravanzando tutti gli attuali 28 B&b della città, che insieme rappresentano il 12% dei posti letto disponibili in città».

Da qui la richiesta di Lanaro di congelare tutta la partita e rimandarla a dopo la valutazione da parte del Consiglio comunale di un piano industriale e il coinvolgimento conoscitivo dei portatori di interesse cittadini.

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