Il cuore sotto controllo 24 ore su 24

Pacemaker collegati attraverso la Rete con l'ospedale. Esperimento su Rovereto esempio nazionale

di Luisa Pizzini

I cardiologi moderni sono un po' come i futuristi nell'arte: quest'ultimi esaltavano la velocità nelle loro opere, mentre i medici del cuore esaltano la connessione, che al giorno d'oggi è di fatto sinonimo di velocità. Sarà per questo che hanno scelto un museo d'arte moderna e contemporanea come il Mart per darsi appuntamento, assieme ai diversi professionisti del settore, e fare il punto sulla «telecardiologia». Inoltre il museo si trova a Rovereto, nella stessa città dell'ospedale Santa Maria del Carmine, dove dal gennaio scorso è partito questo ambizioso progetto che coinvolge le due cardiologie della provincia (l'altra è al Santa Chiara).

A spiegare di cosa si tratta è il primario del reparto roveretano, il dottor Maurizio Del Greco . «Con la telecardiologia possiamo controllare da remoto i nostri pazienti - racconta -. Ciò significa che un po' alla volta tutti i pazienti portatori di pacemaker, defibrillatori impiantabili, loop recorder per aritmie della nostra provincia non dovranno sottoporsi ai periodici controlli per controllare l'andamento del ritmo del loro cuore e gli altri dati che vengono registrati da questi apparecchi, ma grazie ad una strumentazione che viene fornita loro gratuitamente saranno costantemente in linea con il reparto». Sembra fantascienza, invece è possibile. Ed è già realtà per i mille pazienti che fanno capo alla cardiologia di Rovereto.

«Il progetto riguarda le due cardiologie, ma è partito dal Santa Maria del Carmine dove siamo specializzati nelle aritmie - continua Del Grego -. Ai nostri pazienti è stato consegnato un apparecchio che assomiglia ad una sveglia e si appoggia sul comodino. Basta attaccarlo alla corrente ed avere a disposizione una linea telefonica per farlo funzionare. E lo si può fare ovunque, perfino in vacanza. Durante la notte invierà i dati al server e gli infermieri che gestiscono questo sistema (sono tre, specializzati e lavorano part time attualmente, ndr ) nel reparto di cardiologia noteranno se c'è qualcosa che non va e si metteranno in contatto con il paziente. Oppure sarà lo stesso paziente a chiamare per chiedere spiegazioni se non si è sentito bene: il tracciato che l'infermiere può vedere al computer».

Questo sistema, che per la prima volta in Italia viene risconosciuto come un servizio dell'Azienda sanitaria e quindi senza costi per il paziente, ha diversi vantaggi. Innanzitutto evita viaggi che possono essere faticosi se consideriamo il fatto che i pazienti solitamente hanno superato i settant'anni. Ancor più vantaggioso in questo senso sarà il progetto che riguarda gli ospiti delle case di riposo. 

«Inoltre cambierà l'organizzazione - aggiunge il primario - perché in reparto vedremo sempre meno i pazienti che non manifestano particolari problemi potendoli controllare dal computer, mentre avremo più attenzioni per chi ne ha bisogno. Per questo li chiamano sistemi salvavita, perché come attestano le linee guida internazionali sono in grado di ridurre la mortalità». Il referente del progetto della telecardiologia al Santa Maria del Carmine è Massimiliano Maines , anche il presidente regionale dell'Aiac, l'associazione italiana di aritmologia e cardiostimolazione. «Siamo soddisfatti d'aver ottenuto la codifica - commenta Maines - ossia che questi apparecchi siano stati riconosciuti come un servizio dell'Azienda sanitaria. Ora infatti l'Italia guarda al nostro come un modello da imitare».

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